(17 novembre 2012) Vision Divine live @ Barbara Disco Lab - Catania - 17/11/2012

Info

Provincia:CT
Costo:12 € botteghino, 8 € prevendita
Metal Maniacs Volume II, stesso posto stessa ora, 22.30 al Barbara Disco Lab di Catania.
Nettamente controcorrente rispetto alla tendenza registrata sinora, questa volta si viaggia su altre frequenze ed è il turno dei Vision Divine supportati da Dalia Nera e Metatrone.

Si aspetta una buona mezz’ora prima che aprissero le porte del locale, e già all’ingresso si nota una maggiore affluenza rispetto al primo appuntamento della rassegna aperta dai disumani Natron.

Subito i Dalia Nera sul palco, con una proposta a metà tra un rock classico e un new metal non troppo innovativo (meglio!); la loro esibizione presenta alti e bassi dettati soprattutto dalle opzioni presentate, come nelle altre occasioni infatti la scelta degli organizzatori è ricaduta su band che proponessero musica nuova, il ché fa loro onore, e questo è valso anche per la band modicana che ci ha proposto brani propri ma anche delle cover sì di impatto come “Toxicity” o “Walk” che fa sempre piacere risentire rubando però effettivamente spazio a questo loro momento. Quanto ai pezzi loro posso dire che hanno senza dubbio mostrato di poter dire la loro in particolare riferendoci a quello che pare essere il loro pezzo d’attacco, “The Hedonist” se ricordo bene, tratto dal loro omonimo album.
Sfruttiamole al meglio queste occasioni, perché rischiare poi di sentire “…ah quelli che hanno fatto la cover dei Pantera” ? …quanto suona male!
Il resto può andar bene.

A seguire arrivano i Metatrone, e sulla formazione catanese si potrebbero scrivere pagine intere con le quali non riuscirei ad arrivare a una conclusione definitiva.
Una cosa è certa, i Metatrone ti spiazzano!
Se li conoscete già saprete che sono una delle band di punta del white metal italiano e comunque presentano particolarità che saltano subito all’orecchio dell’ascoltatore; la curiosità devo ammettere era alta perché nonostante siano una realtà molto conosciuta in zona, non mi era mai capitato di vederli esibire dal vivo.
Dalla loro prestazione si evince che il power-prog di questa band punta su strutture musicali di ottimo livello con le quali potrebbero aspirare a ben altri risultati di quelli ottenuti sinora, su cui si innestano liriche tipicamente christian metal (oddio, più christian che metal!) che come dicevo prima… spiazzano. Sì perché il messaggio è molto diretto, senza riferimenti o mediazioni ma puntando subito al nocciolo della questione che nel particolare è intriso di tematiche riguardanti il cattolicesimo con una nitida aspirazione di divulgazione. Non scordiamoci poi che tra le file della band milita Don Davide Bruno, addetto alle tastiere e backin' growls con tanto di collarino bianco al seguito, un ottimo musicista nonché vero fulcro del gruppo.
Il tutto inoltre è sottolineato dal fatto che i loro brani vengono cantati in italiano, quindi ancor più diretti, con la risultante di dividere il pubblico tra chi incuriosito, divertito o comunque desideroso godersi lo spettacolo si getta a ridosso del palco e chi invece stranito si allontana. Un appunto del resto va fatto: dei testi più ricercati avrebbero senza dubbio un effetto diverso e di gran lunga migliore su chi ascolta, a prescindere poi da fede, istituzioni e quant’altro e questo non tanto per la proposta in sé ma semplicemente per non cadere nell’errore di realizzare contenuti troppo ovvi e deprezzati in partenza. Questo vale qualunque sia il genere intrapreso, forse in questo caso ancor di più.
Però… se tutti credessero come loro in quello che fanno… (eccovi la stronzata del giorno!)




S’io fosse foco…. Sulle note di apertura del nuovo Destination Set To Nowhere si apre il sipario -nel vero senso della parola- sullo show dei Vision Divine di ritorno dopo anni in Sicilia per la prima data italiana del loro tour.
Del gioiellino sfornato dalla band vi ha già parlato Graz e questo concerto è stata più o meno una conferma del valore sia loro che di quanto hanno partorito quest’anno, e nonostante a livello di acustica l’accento sulle tastiere fosse eccessivamente troppo marcato lo show è stato comunque di buon livello. L’esperienza di Fabio Lione si nota ad ogni passo che fa sul palco e il pubblico non può che rispondere in modo positivo trovando immediatamente sintonia con il singer toscano e in definitiva con tutta la formazione; Olaf invece zitto zitto, quatto quatto, anche lui ci regala una gran bella esibizione e Lucatti non so come abbia fatto a suonare dato che non ha smesso di ridere tutta la sera! Ma in fondo è questo lo spirito giusto, siamo qua per divertirci.
Volumi delle tastiere a parte, nel live è stato più facile sentire migliorie che non divergenze rispetto alla registrazione dell’album e, per fare un esempio, “Mermaids From Their Moons” dal vivo prende molti punti in più rispetto alla versione del disco. Bella davvero!

Echi dal passato con brani dagli album precedenti attingendo anche nelle prime battute realizzate insieme dal duo Thorsen-Lione (sempre nei Vision Divine, ovviamente) come “Of Light and Darkness”, dimostratasi ancora d'effetto, e uscite più recenti come "The Streets of Laudomia".

Qualche piccolo lieve intoppo grazie a qualcuno che non avrà capito bene la differenza tra pogare e rompere le scatole al prossimo ma che per fortuna non ha trovato terreno fertile.
Si va avanti tutti tranquilli come se nulla fosse, arriva anche per loro il momento della cover e come di consueto si divertono a maltrattare “Wasted Years” dei Maiden… (ma....?) …ok, ok, tanto lo fanno in molti, concediamolo pure a loro… anche per questa volta!
Poi il fotografo ehm… il bassista della band, il ritrovato Tower, si diletta a scattare foto dal palco con le macchinette degli spettatori delle prime file dal momento che si manifesta qualche problema tecnico con il suo basso, tocca quindi ad Alessio Lucatti sdoppiarsi sulle tastiere per tappare la piccola falla, ma siamo ormai arrivati alle battute finali.
Termina anche l’esibizione dei Vision Divine, è passata oltre un’ora e mezza da quando sono saliti sul palco, i più vanno via mentre qualcuno resta lì per stringere la mano ai nostri e portarsi a casa bacchette e plettri gentilmente distribuiti dalla band.

Doveroso dire che uno degli aspetti migliori della serata è stato vedere nel locale molte di quelle facce già incontrate per tipacci come Natron e Necrodeath che mi pare facciano ben altro tipo di metal… e con questo ho detto tutto!


Setilist Vision Divine

S 'Io Fosse Foco
The Dream Maker
Beyond the sun and Far away
The Streets of Laudomia
Of Light and Darkness
Message to home
Secret of Life
Colours of my world
God Is Dead
Mermaids from their moons
Violet Loneliness
The Lighthouse
Wasted Years (Iron Maiden)
Send me an Angel
Taste of a Goodbye
Report a cura di Salvatore Sanzio

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