(29 ottobre 2012) Europe @ Alcatraz, Milano - 29/10/2012

Info

Provincia:MI
Costo:€30,00 + d.p., €35,00 in cassa
Dopo una giornata lavorativa lunga e intellettualmente faticosa, un bel concerto è proprio quello che ci vuole: raggiunto dalla mia consorte/fotografa all’Alcatraz, mi infilo in macchina in giacca e cravatta e ne esco con jeans e maglietta, una trasformazione degna dei migliori supereroi, pronto per affrontare quella che a ragione è considerata dai più la migliore hair metal band europea di sempre.

Si parte con un’altra band svedese, gli Stonerider, autori di un hard rock di decisa ispirazione seventies. Il crinuto trio offre una mezz’oretta decisamente piacevole fatta di schitarrate decise, ritmi saltellanti e un’ottima prestazione vocale. Un’esibizione che non passerà alla storia ma che allieta le orecchie dei presenti, pur senza particolari sussulti.



Mentre fatico a tenere a bada la collega Archini, finalmente pronta, dopo anni di attesa (non tanti anni, poverina, non è poi così vecchia…) a vivere il suo sogno erotico adolescenziale, ecco comparire sul palco gli attempati Europe, apparsi comunque decisamente in palla e vogliosi di proporre al pubblico anche tante novità, segno che la fiducia nella propria vena compositiva è fiera e presente. Purtroppo, i brani tratti dall’ultimo Bag Of Bones non riescono a raggiungere non solo (ma è quasi scontato) l’efficacia delle vecchie canzoni, ma nemmeno si avvicinano a quelle tratte dal mezzo capolavoro Last Look At Eden.

Così, accade che la tripletta iniziale, rappresentata dalle prime tre canzoni del nuovo album, invece di infiammare la platea la ammosci incredibilmente, prima che Superstitious, intervallata da un accenno a No Woman No Cry, riporti parzialmente le cose al loro posto. Dopo un breve intermezzo di tastiere, mentre Joey imbraccia la chitarra, ecco arrivare le recenti No Stone Unturned e New Love In Town, decisamente in grado di scaldare i cuori e la mente, prima che il singersi lanci nel primo dei frequenti esercizi di italiano e dialetto milanese perfettamente riusciti (con una pronuncia perfetta della frase “che rob de matt, sem a Milan”). Altro piccolo intermezzo e via con un breve set acustico: John Norum si impossessa del palco per la blueseggiante cover The World Keep On Turning, seguita dalla nuova Drink And Smile e dall’eterna Dreamer, svolte a ranghi completi, che strappano applausi e cori. Si torna a picchiare con la bella Bag Of Bones, ma è con Girl From Lebanon che il pubblico inizia veramente a scaldarsi, prima che Carrie distrugga ogni ritegno, arrivando a causare crisi di pianto incontrollate e flashback di storiche limonate in tutti i presenti. Nemmeno il tempo di riprendersi, che Tempest si lancia in un piccolo intermezzo vocale decisamente evitabile, così come la successiva The Beast, che rompono la magia appena creata. Ready Or Not ci riporta sui giusti binari, con uno di quei soli che fanno sbavare i chitarristi di tutto il mondo, seguito da una Doghouse convincente. Citazione per Heaven And Hell prima di far tremare i muri grazie a Rock The Night, intervallata da un’altra citazione colta, Woman From Tokyo dei DeepPurple, che conclude la prima parte del set. Un paio di minuti per rifiatare ed ecco Last Look At Eden, che anche dal vivo conferma tutta la propria golosa pomposità. Poi, ovviamente, The FinalCountdown: non ho voglia di contare quanti anni ha, ma la sua porca figura la porta sempre e comunque a casa, ogni volta e in ogni situazione.



Che dire, dunque? Innanzitutto, è giusto che lo sappiate: la Archini non ha avuto la possibilità di unirsi carnalmente a Joey Tempest, ammettendo comunque tristemente che “non fa più lo stesso effetto che mi faceva a tredici anni”. Fatta questa doverosa precisazione, è anche giusto tributare un lungo applauso al singer, per la tenuta fisica e vocale invidiabile, oltre che a tutta la band, in grado di offrire uno show roccioso e piacevole, in cui soprattutto John Norum ha regalato cascate di note di gran classe. Certo, devo ammettere che purtroppo il tutto è sembrato un pochino scolastico, troppo poco trascinante e coinvolgente. Sicuramente è stata anche colpa di una scaletta non proprio indimenticabile, però l’unico appunto che posso fare agli Europe, tecnicamente perfetti, è proprio quello della scarsa capacità di far esplodere l’Alcatraz, che avrebbe meritato maggiore pathos.

Chiudo con qualche nota sulla location: temperatura interna splendida, audio impeccabile e presenza di pubblico notevole anche senza il sold-out: tutto utile a rendere la permanenza nelle prime file un piacere e non una lotta per la sopravvivenza. Tra il pubblico, gente di tutte le età (ma decisamente più over 30 che giovincelli), ma soprattutto tanta, tanta gnocca. Il che, come noto, non guasta mai.

Come di consueto, un ringraziamento speciale a Live Nation per la disponibilità.

Servizio fotografico a cura di Francesca Vantellini per metal.it

Setlist:
Riches To Rags
Not Supposed To Sing The Blues
Firebox
Superstitious
Scream Of Anger
No Stone Unturned
New Love In Town
Demon Head
The World Keep On Turning (acoustic)
Drink And Smile (acoustic)
Dreamer (acoustic)
Bag Of Bones
Girl From Lebanon
Carrie
The Beast
Ready Or Not
Doghouse
Rock The Night
Last Look At Eden
The Final Countdown
Report a cura di Alessandro Quero

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 nov 2012 alle 16:27

La concorrenza era troppo spietata... donne rifatte e con cappelli di pelliccia... uomini che tiravano boxer sul palco... e tanta altra variegata umanità ;-)