(25 maggio 2011) Amon Amarth + The Black Dahlia Murder + Evocation - 25 Maggio [Magazzini Generali, MIlano]

Info

Provincia:MI
Costo:Euro 22 + dp
La calata degli svedesi Amon Amarth sul suolo italico attira sempre un pubblico consistente, e la scelta dei Magazzini Generali come location, per contenere anche i The Black Dahlia Murder e gli Evocation, si è rivelata quanto mai infelice.
Il locale si è subito riempito e data la sua conformazione, che non permette una fruizione ottimale del concerto nelle retrovie, tutti i presenti si sono ammucchiati in prossimità del palco, con conseguente disidratazione collettiva (bella mossa tenere spenta l'aria condizionata) e qualche mancamento. Ciononostante, l’entusiasmo ha tenuto in piedi la maggior parte dei fan, che hanno vissuto con enorme partecipazione ogni istante della serata.

A dare il via all’overdose di metallo sono proprio gli svedesi Evocation, band tanto valida e interessante musicalmente, quanto sfortunata in termini di carriera, visto che dalla sua formazione (risalente agli inizi degli anni ’90) ad oggi è riuscita a pubblicare solo tre full length, pur non avendo nulla da invidiare a parecchi conterranei di maggior fama. Il fatto che il suono sia migliore all’esterno del locale che all’interno la dice lunga, e questa sarà purtroppo la vera piaga dell’intera serata. Addio dunque alle chitarre del gruppo, che nonostante tutto fa del suo meglio per coinvolgere il pubblico e riesce a farsi apprezzare. Solo una manciata di brani di ottimo death metal per definire il passo della serata e lasciare poi la scena agli americani The Black Dahlia Murder, fautori di un deathcore inizialmente travolgente ma che ben presto sembra quasi sfiancare e lasciare indifferenti almeno le prime file, in serio bisogno di un sorso d’acqua, in seguito offerto dalla security. Come solito, i suoni impastati rendono alla lunga quasi insopportabile l’alternarsi di growl e screaming del cantante, e l’incessante martellamento della batteria; l’esibizione sembra non finire mai e i brani risultano tutti uguali. Qualche coraggioso stagediver e il circle pit invocato dal frontman soddisfano il gruppo che, soprattutto grazie all’irruenza del corpulento vocalist, s’impadronisce del palco e massacra le orecchie degli spettatori.
Appena pronunciati i ringraziamenti di rito, un esercito di roadies inizia a smontare il palco, troppo piccolo a dire il vero, e a decorarlo con la scenografia degli Amon Amarth. Un telone gigante raffigurante la copertina del nuovo disco fa da sfondo, e svariati “cubi di fiamme” vengono posizionati strategicamente per dare un effetto quasi 3D. L’entrata degli svedesi è solenne e accolta da un boato: Johan leva le corna in aria in gesto di saluto e sulle note di “War of the Gods” si lancia in un furioso headbanging, assieme alle colonne portanti del sound della band, ovvero i due chitarristi, e l’altra metà della sezione ritmica. Purtroppo, tocca ribadire che il locale è del tutto inadatto per questo genere di concerti, e pure gli Amon Amath vengono penalizzati da una resa sonora pessima, che va ad abbattere quasi del tutto le chitarre e quindi, in buona sostanza, l’essenza stessa del gruppo. È un vero peccato stentare a riconoscere persino i pezzi più noti, in una scaletta comunque dominata da estratti dall’ultimo Surtur Rising, e dal precedente Twilight of the Thunder God. Bella chicca il medley che va a chiudere la serata, prima degli obbligatori bis, ovvero “Victorious March/Gods of War Arise/Death in Fire”. La band dà il meglio di sé, muovendosi sul palco come può, e il frontman è come sempre molto simpatico, con le sue frasette in italiano, le risate compiaciute e il gesto delle corna mostrato prima dopo e durante ogni brano! In nome del metal, si sopporta tutto, ma quella che poteva essere una gran bella serata (praticamente l’ultimo concerto al chiuso di un certo livello, prima dei numerosi festival estivi) si è trasformata in un’autentica sofferenza, tra l’impossibilità di vedere bene il palco se non dalle prime, accaldatissime file e il suono inaccettabile del locale. Gli Amon Amarth (e soprattutto gli spettatori paganti) meritano senza dubbio di meglio.
Report a cura di Stefania Renzetti

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per questo concerto! Vuoi essere il primo?