(29 ottobre 2010) Lock Up - 29 Ottobre 2010 (Locanda Atlantide, Roma)

Info

Provincia:RM
Costo:15 €
Era da molto tempo che i Lock Up non si facevano sentire ed è quindi con estremo piacere che Roma accoglie questi musicisti dall'attitudine estrema e dalla line-up che mette i brividi! Tutti quanti i membri coinvolti hanno militano in band che nel corso degli anni sono state letteralmente seminali! Fare i nomi di gente Shane Embury (Napalm Death e tanti altri), Pintado (r.i.p. Napalm Death, Terrorizer), Tompa (At The Gates e altri ancora), Nikolas Barker (Dimmu Borgir, Cradle Of Filth ecc ecc.) è praticamente inutile. Ma cosa aspettarsi dai Lock Up? Una valanga di puro e semplice Grindcore, incontaminato, violento e riottoso. Numerosi anche i gruppi spalla che hanno allietato i pochi presenti (all'inizio la situazione era veramente imbarazzante), fra cui gli Tsubo e The Orange Man Theory.

I primi a salire sul palco della Locanda Atlantide (locale situato nel
quartiere popolare di San Lorenzo, insomma un posto decisamente nelle corde di Shane Embury & co.) sono gli Hellvate, che con il loro Death/Black Metal riescono ad annichilire i pochi presenti sotto al palco. Onestamente non so dire se questo locale sia difficile da raggiungere, se ci siano stati problemi di traffico, ma suonare per otto persone, sottolineo otto 8 (!!!), è abbastanza umiliante. Malgrado questa situazione spiacevole gli Hellvate non si fanno scoraggiare e si buttano anima e corpo nell'esecuzione dei loro brani. Tecnicamente preparati offrono un buon antipasto, peccato soltanto che nessuno sia accorso per assistere alla loro prestazione. Peccato, speriamo possano godere nel futuro di esposizioni migliori.

Quando è il momento degli Tsubo la sala concerti della Locanda
Atlantide inizia a riempirsi piano piano ed effettivamente è una cosa
abbastanza normale, gli Tsubo sono una band che nel panorama Grindcore underground si sta facendo notare da qualche anno a questa parte. Non è la prima volta che assisto ad un loro concerto ma in questa occasione ho avuto la netta sensazione che stessero quasi faticando. Tecnicamente spietati, veloci, brutali e con quella vena di lucida follia gli Tsubo non sono riusciti a coinvolgermi appieno, soprattutto per colpa di una qualità audio non propriamente eccelsa, e questo lo si poteva notare immediatamente dagli screaming del cantante, al limite con la cacofonia più completa. In studio sanno sicuramente farsi valere in maniera più efficace, ma anche dal vivo, evidentemente sono incappati in una serata no. Ci può stare.

Con i The Orange Man Theory ci si avvicina al clou della serata,
peccato soltanto che questi ragazzi abbiano lasciato il palco dopo neanche due canzoni, per dei non meglio specificati problemi tecnici. Ci sono stati anche dei momenti di tensione fra la band e l'organizzazione, fatto sta che i presenti (cresciuti esponenzialmente nel tempo) non hanno potuto godere della loro esibizione. Non conosco la loro musica e quindi non posso giudicare un concerto che concretamente non c'è stato. Peccato, sarà per la prossima volta.

Con un po' di anticipo sulla tabella di marcia iniziano i preparativi per
l'esibizione dei Lock Up, e finalmente il pubblico inizia a farsi
sentire con più cattiveria e aggressività, del resto è normale quando sta per suonare un'entità come quella dei Lock Up. Quanto Embury e gli altri fanno il loro ingresso in sala ci vuole poco a scatenare l'inferno, ed ecco quindi che iniziano a piovere delle schegge impazzite che oscillano fra un putrido Death Metal e uno schizofrenico Grindcore che rimanda in qualche misura ai primi Napalm Death, ma anche ai gruppi contemporanei come i Nasum (che Dio li abbia in gloria). Lo show scorre via in modo fluido e violento, con delle prestazioni individuali dei singoli musicisti che denotano un attaccamento al proprio pubblico che gli rende onore. La qualità audio della Locanda Atlantide è quello che è, ma almeno in questo caso un po' di sporcizia sonora contribuisce a rendere il tutto più marcio e dall'attitudine animalesca. Dopo poco più di un'ora e un quarto di concerto i Lock Up alzano bandiera bianca e possono ritenersi soddisfatti. Certo non hanno goduto di una platea oceanica, ma poco importa. Da sottolineare come dopo il concerto tutti i membri dei Lock Up si siano fatti avvicinare dai loro fans in tutta tranquillità, tra foto, autografi e saluti calorosi con tanto di sorrisi a 84 carati. Bene così!

Foto a cura di Selenia Marinelli.
Report a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 09 nov 2010 alle 17:26

Andava fatto anche il nome di J. Pintado, comunque.

Inserito il 09 nov 2010 alle 09:46

l'hanno fatta la cover dei Terrorizer?