(06 aprile 2010) Flotsam And Jetsam - 6 Aprile 2010 (Sottotetto, Bologna)

Info

Provincia:BO
Costo:20€
Certe volte mi vengono delle idee malsane… Leggo una data sul nostro sito, convinco un paio di amici e senza pensarci due volte decido di partire, nonostante i km. Questa volta, però, l’entusiasmo mi ha fatto tralasciare un particolare di non poco conto: il controesodo (da leggere con voce profonda ed enfatizzata alla Fantozzi). Ecco quindi che un normale viaggio di quattro ore e mezza si trasforma in un’odissea di SETTE ore e mezza. Ma noi siamo metallari, ce ne fottiamo di queste cose, giusto? Quando però arrivo nel posteggio del Sottotetto le mie convinzioni metallare subiscono un forte colpo: solo pochissime macchine presenti. Uhm, ok, non siamo a un concerto degli Slayer o dei Megadeth, ma stiamo pur sempre parlando dei Flotsam and Jetsam, un gruppo che, pur se minore rispetto ai nomi appena citati, ha comunque contribuito fortemente alla nascita e allo sviluppo del thrash metal negli anni ’80. Entrare nel locale, quindi, e vedere solo una ventina di persone mi ha scoraggiato, soprattutto pensando al fatto che io e i miei amici ci siamo mossi addirittura da Campobasso, e i metal kids della zona, invece, hanno pisciato completamente l’evento… C’è davvero qualcosa che non va…

Ad ogni modo, risolte le formalità in cassa, mi metto al lavoro, anche se purtroppo, per i motivi di cui sopra e per il fatto che qui gli show iniziano davvero molto presto, ho perso completamente il primo gruppo, i Lost Brand, e buona parte dell’esibizione dei ferraresi Asgard, di cui ho però potuto apprezzare gli ultimi due brani, in particolare l’ottima “Asgard invasion”, che ha messo ben in evidenza lo stile del gruppo, a cavallo tra le sonorità speed metal alla Agent Steel, sicuramente una band molto cara ai nostri, basti vedere il look del singer e soprattutto il suo stile vocale, quasi un clone di John Cyriis, e qualche spruzzatina di power anni ’90. In generale mi son parsi abbastanza convincenti, in grado di tenere bene il palco, in particolare il cantante e il bassista, e ottimi nell’esecuzione dei brani.

Decisamente più esperti e professionali sono invece i Neurasthenia, che qui giocano in casa, essendo di Bologna ed avendo suonato già diverse volte al Sottotetto. Rispetto alle precedenti volte che li ho visti dal vivo è evidente la crescita da un punto di vista esecutivo e scenico, anche se i dubbi che ho sempre nutrito nei loro confronti restano immutati. Nel senso che ho come l’impressione che questa loro professionalità nel porsi al pubblico metta in secondo piano il fattore principale, e cioè la musica. I brani proposti dai nostri, infatti, non convincono mai appieno. Il loro thrash metal è certamente ben suonato, ma risulta troppo derivativo e privo di quelle parti che possano contraddistinguere la band dalla miriade di altri gruppi dediti al genere. In poche parole, alla forte personalità on stage non corrisponde un’altrettanta validità dal punto di vista strettamente musicale, nonostante qualche brano più convincente di altri, tipo “Thrash is back in town” o “Assassination”. E poi resta il problema del singer, poco incisivo e troppo impegnato nel suo ruolo di intrattenitore a discapito di quello di cantante. Piccole pecche a parte comunque svolgono il loro ruolo più che dignitosamente, anche se un po’ di umiltà in più non guasterebbe.

Il tempo passa, e le speranze dell’arrivo di altra gente restano inespresse, tant’è che durante l’esibizione dei Flots non si conteranno più di una trentina di presenze, compresi i ragazzi delle altre band e noi della stampa. La cosa mi preoccupa non poco, e mi fa temere uno show svogliato da parte degli americani. Felice di essere stato smentito, invece, visto che i cinque thrasher di Phoenix non si sono affatto risparmiati, anzi… Quando una band continua, nonostante le circostanze, a suonare con passione e soprattutto con rispetto per i fans, non può che meritarsi tutta la mia ammirazione.
Incuranti dei pochi presenti hanno dato vita ad uno show infuocato, con una scaletta abbastanza bilanciata che ha prediletto in maniera particolare “No place for disgrace”, secondo album della band. Ma è l’apertura dello show a lasciarmi esterrefatto, visto che è l’arpeggio di “Doomsday for the deceiver” ad introdurre il gruppo sul palco. Ascoltare dal vivo questo capolavoro del metal non lascia indifferenti, potete scommetterci, e non sono certo da meno le splendide “Hammerhead” e “Iron tears”, sempre dal mitico primo disco, di cui potete leggere una recensione del buon vecchio TXT qui.
E fa piacere anche ritrovare Michael Gilbert alla sei corde, da pochissimo rientrato nel gruppo in sostituzione proprio di Ed Carlson, altro chitarrista originale del Flots. Il piccolo axeman dimostra di non aver perso assolutamente il tiro, dando vita ad una prova impeccabile, così come impeccabili sono stati i vocalizzi di Eric “A.K.” Knutson. Non vi nascondo che, vista la sua particolarissima voce, avevo qualche timore rispetto alla sua esibizione, invece il buon Eric mi ha assolutamente convinto: potente, preciso, e soprattutto ancora in grado di alzare il tono che è una bellezza…
Per la gioia di noi pochi presenti lo show va avanti senza alcun tipo di calo di tensione, tra una “N.E. terror” e una “Natural enemies”, anche se, a parte i tre estratti da “D.F.T.D.” forse la doppietta migliore arriva proprio con “Hard on you”/“I live you die”. Purtroppo il concerto sta giungendo al termine, ma c’è ancora tempo per altri due-tre proiettili impazziti, prima che la band si congedi dal pubblico.
Inutile dire che da tipi umili quali sono nel post show non hanno perso occasione per restare a chiacchierare con i fans, scambiare le solite foto di rito e firmare vecchi LP portati appositamente per l’occasione. Cosa aggiungere, un’opportunità sprecata per chiunque abbia deciso di rimanere a casa.
Capisco che era un Martedì, capisco che era subito dopo le feste, ma trenta persone sono davvero uno scempio, per la band e per gli organizzatori. Mi auguro che questi ultimi non demordano e non facciano la stessa fine di tanti altri, che delusi dalla poca affluenza hanno deciso di dirigere i propri sforzi altrove.
Ma mai come in questo caso mi sento di dire, nel caso accadesse una cosa del genere, ce lo meritiamo!


SCALETTA:

DOOMSDAY FOR THE DECEIVER
THE MASTER SLEEP
N.E. TERROR
ME
HAMMERHEAD
NEVER TO REVEAL
NATURAL ENEMIES
IRON TEARS
ESCAPE FROM WITHIN
HARD ON YOU
I LIVE YOU DIE
SMOKED OUT
NO PLACE FOR DISGRACE
FORK BOY

Foto di Roberto Alfieri
Report a cura di Roberto Alfieri

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 apr 2010 alle 00:48

Cazzo eravamo davvero in pochi!!!! Ma hanno regalato davvero molto!!! Poi hai ragione, l'apertura con Doomsday for the deceiver mi ha fatto commuovere.... Mai me la sarei aspettata!!! Grandi davvero.. A chi interessa ho postato su Youtube il video di Doomsday for the deceiver e una parte di Hammerhead