Copertina 6,5

Info

Demo
Genere:Death Metal
Anno di uscita:2008
Durata:18 min.
Distribuzione:Atomik Nuklear Desolation

Tracklist

  1. INTRO
  2. MIRROR OF DEATH
  3. THRASHING MASSACRE
  4. DEATHBED VISIONS
  5. TWO WEEKS IN HELL
  6. ITALIAN THRASH/BLACK WARRIORS

Line up

  • Melkor: vocals
  • Hellemr: guitars
  • Impaler: bass
  • Pig Slaughter: drums

Voto medio utenti

Quest'opera prima dei cremonesi Merciless Onslaught è accompagnata da una confezione veramente povera, che ricorda quella dei demo-tapes su cassetta di parecchi anni fa: copertina artigianale, grafica scarna, biografia scritta a mano su un foglietto. Non che questo sia necessariamente un difetto, anzi, nell'epoca del digitale fa scendere una lacrimuccia il ripensare a quei tempi ormai passati, quando i mezzi erano scarsi e solo una forte passione poteva permetterti di sopravvivere nell'underground. "Mirror Of Death" comunque non è una di quelle autoproduzioni da quattro soldi: è stato registrato nei Massive Arts Studios di Milano e stampato dall'etichetta cilena Atomik Nuklear Desolation. L'ottimo lavoro svolto dalla band è udibile già della curatissima intro orchestrale, più adatta però a un gruppo power-gothic alla Epica che alla proposta dei nostri. Stiamo parlando infatti di un thrash/death veramente old-school, alla Sodom/Kreator/Necrodeath tanto per intenderci, e non capisco bene come inquadrare queste velleità sinfoniche all'interno di "Mirror Of Death". Composto da quasi venti minuti senza molti compromessi, tra un growling ferale, brutali accelerazioni condite da blast-beat, intervallate da repentini rallentamenti in cui vengono messe in mostra anche alcune malsane melodie create dalle chitarre. Il lavoro svolto dal quartetto dietro ai rispettivi strumenti è davvero ottimo: le ritmiche sono potenti e ricche di groove, la sezione ritmica sempre precisa e incalzante, mentre della prestazione vocale abbiamo già detto. Purtroppo la durata esigua di questo dischetto non mi permette di giudicare in maniera completa l'operato dei "Merciless Onslaught"... questo perché la totale derivatività della proposta rispetto a un genere ormai in declino da tempo potrebbe far calare l'appeal su minutaggi più elevati. Soluzioni innovative, a parte le già citate parti classiche, non ce ne sono e questo forse penalizza un po' troppo l'ascolto. Ma comunque devo ammettere che ho apprezzato molto questo lavoro: diretto, genuino, sincero.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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