Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:52 min.
Etichetta:Molten
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. AND TIME MELTS DOWN
  2. SATURNALIA
  3. MALPASO
  4. CHANGE TO COME
  5. BLACK MARIA
  6. GONE LIKE TOMORROW
  7. HEAD ON
  8. SUSPENDED REVOLUTION RIDE

Line up

  • Mat Bethancourt: guitar, vocals
  • Sie Beasley: bass
  • Chris Jones: drums

Voto medio utenti

Spiace doverlo ribadire, ma ancora una volta mentre gli infallibili esperti decretano la fine del movimento stoner e della rinascita del rock psichedelico causa scarsità di buone bands, di originalità, di belli capelli o di piacevoli look trendisti, noi appassionati veniamo travolti da uno straordinario momento creativo nel quale paiono concentrarsi tutte le novità più eccitanti e le conferme più clamorose.
Speriamo si continui a dare il tutto per morto, così potremo gustare altre opere come quelle degli ultimi tempi, dai Solace ai We, dagli On Trial ai 500ft of Pipe, passando per la freschezza di Astrosoniq, Murder 1, Milligram, Gallery of Mites, Puny Human, Elephantum, ecc, e chi mi segue sa’ di cosa sto parlando.
Mentre compilate la lista della spesa lasciate una riga vuota per aggiungere il nome dei Josiah. Un altro power-trio, questa volta proveniente dal Regno Unito, con un sound dannatamente sporco e graffiante, blues ed acido, intensamente devoto ai Blue Cheer ed al psych-rock anni ’60 e ’70 ma modernamente aggressivo come già udito nei conterranei Gorilla e nei Dead Meadows, formazioni vicine per concezione e struttura musicale a questi Josiah.
Lunghe jams oniriche si sviluppano nel trionfo della lead di Bethancourt, ossessionato dall’effetto wha, massicce e nervose fughe cosmiche che sgorgano all’interno di ritmiche hard rock pulsanti e distorte.
Ai vertici dell’album indico “Malpaso” che fonde splendidamente acida violenza elettrica e monumentali pause lisergiche, “Black maria” che pare omaggiare contemporaneamente i Led Zeppelin stranianti di “Whole lotta love” ed i Black Sabbath degli esordi, con un oscuro monolito dai bagliori psych e dalla carezzevole melodia ipnotica. Episodio di classe elevata.
Altro hit di tipo diverso è “Gone like tomorrow”, brano che si distacca dal filo conduttore dell’album in una personale rilettura delle teorie acustiche dei Traffic di “John Barleycorn must die”, nulla per i cuori romantici bensì art folk psichedelico gravido di drammaticità e forza evocativa blueseggiante.
Basti per concludere la travolgente cavalcata finale “Suspended revolution ride” con le sue orrorifiche pause doomeggianti e le martellanti accelerazioni ultra-hard, niente meno di una suite alla “Salisbury” coronamento di un debutto da incorniciare.
Se questi sono i frutti di un settore in crisi, è bene che la crisi continui. Consiglio caldamente l’acquisto di “Josiah” e prevedo fin da ora un follow-up che, con qualche aggiustamento a livello di produzione, porterà il trio Britannico all’attenzione di tutti.

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