Copertina 5,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2008
Durata:53 min.
Etichetta:Metal Mind Productions
Distribuzione:Andromeda

Tracklist

  1. ENTER THE DARKSTRICKEN
  2. MAKE MY DAY
  3. THE SHRINE FALLING
  4. HUMAN ERROR
  5. THE ONES WITHOUT A NAME
  6. EVIL DREAMS
  7. SCARRED BENEATH THE SKIN
  8. THE INNOCENT TEARS
  9. FEAR OF THE UNKNOWN
  10. DARK FESTIVITY

Line up

  • Olaf Rózañski: vocals
  • Maciek Mierzwa: guitars
  • Krzysztof Siryk: guitars
  • Lukasz Forystek: bass
  • Mariusz Szostek: keyboards
  • Pawel Szarowicz: drums

Voto medio utenti

Tornano le ristampe della Metal Mind, etichetta dedita a diffondere il verbo del metal polacco nel mondo. Questa volta tocca ai Sacrum, band dedita ad un doom/goth metal con influssi death.
Non vi fate spaventare dall’etichetta, siamo nel filone dei My Dying Bride, anche se con molta meno personalità e capacità di scrivere canzoni interessanti.
In effetti è la prima volta che mi trovo a criticare una ristampa della Metal Mind visto che, finora, mi aveva sempre deliziato con dischi di pregevole fattura, facendomi scoprire parecchie band interessanti.
In questo caso il problema è un singer che nel canonico growling non incide e fa molto peggio quando decide di usare le clean vocals, per non dire quando cerca di fare la voce baritonale. Il songwriting non è un fluido, spesso mostra una preoccupante tendenza al “vorrei ma non posso”, che si materializza soprattutto quando la band cerca di dare groove ai pezzi, ma finisce per essere prolissa e macchinosa, vedi “The Innocent Tears”, e a nulla valgono i buoni, ma sporadici, momenti progressivi, vedi “Scarred Beneath The Skin” o “Fear The Unknown”.
Talvolta però si un piacevole senso di deja-vù che rimanda ai Type O Negative più oscuri, come in “Make My Day”.
In definitiva un disco che mostra una band ancora non pienamente matura, anche se con buone intuizioni, le quali andranno verificate, speriamo, in un prossimo full-lenght.
Quello che ho omesso di dire è che questo disco è il terzo della band, uscito originariamente nel 2006. Dite che c’è ancora speranza per loro?
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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