Copertina 8

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2008
Durata:53 min.
Etichetta:Perris

Tracklist

  1. THE LAST FRONTIER
  2. LORD OF POLARIS
  3. REAPER
  4. THE GHOST OF ICARUS
  5. MEMENTO MORI
  6. VINLAND
  7. THE DEVIL IN ME
  8. HYPERION
  9. GOD OF WAR
  10. STARCHILDREN
  11. DREAMCATCHER

Line up

  • Chister Andresen: vocals, guitars, bass
  • Arild Aardalen: keyboards

Voto medio utenti

Dopo il grande successo riscosso dal debut album "Heaven's Gate" del 2006, ecco tornare sulle scene il duo norvegese dei Keldian con il loro power metal melodico e raffinato, alla faccia della loro casa discografica, la Perris Records, che da due anni li spaccia come hard rock progressive con venature power...

Niente di più falso, la direzione stilistica è quella di sempre, ovvero un power metal di classe, molto patinato e cromato, che fa leva su un gran gioco tra chitarre e tastiere, gioco che serve a donare quell'ambientazione spaziale-fantascientifica su cui i Keldian poggiano la loro musica ed i loro testi, completamente dedicati ai viaggi nello spazio, nel tempo, al futuro dell'umanità e via dicendo.
Indubbiamente la semplicità delle melodie unita alla ricchezza degli arrangiamenti, curati e sapienti come solo i norvegesi sanno fare, sono i punti forti dei Keldian, uniti alla particolare e carismatica voce di Chister Andresen, questa sì di impostazione prog, molto delicata ed eterea, che possiede davvero il timbro ideale per la musica dei Keldian, adeguata sia negli episodi più lenti e "spaziali" (e se vogliamo i più affascinanti), sia in quelli decisamente più canonici con del power metal a mazzetta, come "The Ghost of Icarus" e la bellissima opener "The Last Frontier", una delle migliori del disco, perfetta sintesi ed introduzione alla proposta del duo nordico.

In definitiva i Keldian non inventano nulla, si rifanno agli Stratovarius periodo iniziale, quelli con Tolkki alla voce, in cui la velocità era miscelata a perfezione con qualche elemento pop ("The Devil in Me" rimanda in più di una occasione a "Wings of Tomorrow"), ma sia nei brani più cadenzati ed atmosferici ("Memento Mori", "Lords of Polaris", contraddistinta da cori gregoriani, "Reaper", che sa molto della vecchia "Plains of Forever") sia in quelli aggressivi si nota una certa classe, sconosciuta alla maggior parte delle nuove leve.

Probabilmente appena inferiore al loro debutto "Heaven's Gate" a causa di un paio di pezzi solo "carini" ed alla mancanza di un paio di hits clamorose come nel capitolo precedente, ma indubbiamente i Keldian ci sanno fare e piazzano un altro colpo vincente, dimostrando che quanto fatto finora non è davvero frutto del caso.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli
ennesimo gruppo sottovalutato

per me un pizzico meglio rispetto al già ottimo disco d'esordio...atmosfere stupende, produzione più che buona, voce del cantante bella, moderatamente alta e soprattutto carica di pathos. Per tutti gli appassionati di aor, hard rock, power, prog e classic metal !!!

GRANDISSIMI!!

L'esordio mi ha fulminato!! Vista la rece del Graz, sono moooolto fiducioso per questo nuovo capitolo!!

una conferma!

La brillantezza compositiva che aveva caratterizzato l'album d'esordio si è un pò persa per strada ciò nonostante quello dei Keldian rimane comunque un buon disco di hard rock melodico che accontenterà in particolar modo i fan degli Asia e dei primi Europe.

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