Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2003
Durata:51 min.
Etichetta:Season of Mist
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. IT'S DARKER THAN YOU THINK
  2. SKJEND HANS LIK
  3. THE WELL OF ALL HUMAN TEARS
  4. PUT TO SLEEP LIKE A SICK ANIMAL!!!
  5. HYMNE TO DODEN
  6. ANCIENT SPIRIT OF THE UNDERWORLD
  7. SPILL THE BLOOD OF THE LAMB
  8. ONE WITH THE EARTH
  9. CHRISTIAN INCOHERENT DRIVEL
  10. THE OLD HOUSE ON THE HILL
  11. NEKROPHILIAC - ANTHROPHAGUS MANIAC
  12. COLD MURDEROUS MUSIC

Line up

  • R. Nattefrost: vocals
  • R. Nattefrost: guitars
  • Tchort: guitars
  • Vrangsinn: bass
  • Vrangsinn: keyboards
  • A. Kobro: drums

Voto medio utenti

A due anni di distanza dal clamoroso “Morbid Fascination Of Death”, periodo intervallato dalla compilation “We’re Going To Hell For This”, pubblicata pochi mesi fa, la “true norvegian necro black metal” band capitanata da Nattefrost torna sulle scene confermandosi fra le realtà più apprezzate e seguite della frangia maggiormente oltranzista del genere. Ancora una volta i Carpathian Forest dimostrano di non accettare nessun compromesso, distaccandosi dalle (rade) sperimentazioni del disco precedente, eccezion fatta per alcuni sporadici episodi di cui si parlerà fra poco, ed intraprendendo una direzione più tradizionale e minimale, legata a doppio filo con nomi come Bathory, Celtic Frost e Darkthrone, rivisitati secondo l’ottica del gruppo norvegese. Spiccano quindi “The Old House On The Hill” e la conclusiva “Cold Murderous Music”, brani sperimentali, orientati su atmosfere oscure anche se a tratti quasi grottesche, arricchite da orchestrazioni nichiliste ed inquietanti supportate dal notturno suono di un sax, esperimento già compiuto in “Morbid Fascination Of Death”. Purtroppo il disco non si assesta tutto su questi livelli: le dodici canzoni non trasmettono il feeling a cui la band ci ha da tempo abituato e le partiture di tastiera, lungi dal ricordare gli Emperor, risultano eccessivamente forzate, facendo così cadere il sound in abissi di banalità e carenza d’ispirazione che non rendono onore né all’black metal “old stile” a cui la band vorrebbe fare riferimento, né alle presunte “sonorità elitarie” sbandierate in lungo ed il largo. Un lavoro, quindi, che rappresenta un indubbio passo indietro rispetto alla gloriosa discografia dei Carpathian Forest, mostrando il lato peggiore (affermazione forse un po’ troppo drastica, diciamo “non il lato migliore”) di un gruppo che in passato ha sempre saputo evolversi restando comunque fedele alle proprie origini. Per chiarezza, “Defending The Throne Of Evil”, pur rappresentando una delusione, è indubbiamente un disco che va oltre la sufficienza e che non mancherà di soddisfare i fan meno esigenti del combo, ma da una band di tale levatura è lecito aspettarsi di meglio.
Recensione a cura di Francesco 'HWQ' Bucci

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