Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:38 min.
Etichetta:Metal Blade

Tracklist

  1. NOTHIN' BUT A NOSEBLEED
  2. THE HOWLING
  3. A RETURN TO INSOLENCE
  4. KISSING YOU WITH MY FISTS
  5. ANGEL OF METH
  6. A BRIEF MOMENT OF REGRET
  7. THE BODY TREE
  8. GET DEAD OR DIE TRYING
  9. IT'S LIKE THERE'S A PARTY IN MY MOUTH (AND EVERYONE'S BEING SICK)
  10. FEAR AND LOATHING IN OLD LONDON TOWN
  11. 28 DAYS LATER

Line up

  • Ben McCrow: vocals
  • Tim Carley: guitar
  • Phil Wilson: bass
  • Nate Gould: drums
  • John Pyres: guitars

Voto medio utenti

Per chi si fosse perso le ultime puntate, i The Rotted non sono niente altro che i Gorerotted sotto altro nome. Gli inglesi hanno infatti mutato nome recentemente, senza per questo apportare radicali cambi stilistici alla propria musica. "Get Dead Or Die Trying" si presenta quindi come il primo lavoro sotto questa nuova egida e ci consegna una band carica a molla e pronta a deturpare le vostre orecchie con una mezzora di death/grind.
Il songwriting dei The Rotted si segnala per varietà e fantasia, scongiurando così il rischio di puntare tutto o quasi solamente sull'impatto, caratteristica che spesso tende ad appiattire le uscite del genere e che lo inimica quindi ai più: in questo "Get Dead Or Die Trying" i pezzi sono ottimamenti concepiti, in un alternarsi di riff dal flavour death metal, stacchi grooveggianti, spezzoni hardcore, melodia (termine da intendere tenendo conto del genere, anche se un pezzo come "A Return To Insolence" di melodia ne ha a pacchi) e parti di blastbeat sparate a velocità folli. Difficile quindi annoiarsi o tacciare i The Rotted di scrivere pezzi monotoni o tutti uguali (quante volte chi ascolta/suona grind si è sentito muovere questa critica?), perchè in questa sede il gruppo si dimostra maturo e ben consapevole della strada da percorrere. Si alza spesso il piede dall'acceleratore, lasciando spazio a momenti più ragionati ma pur sempre pesantissimi, caratteristica che potrebbe perfino far apprezzare questo "Get Dead Or Die Trying" anche a chi muove i primi passi in questo ambito musicale. Di contro, si tratta di una scelta che potrebbe far storcere il naso ai più puristi, che probabilmente non approverebbero questo "ammorbidimento". Ognuno si tenga la propria opinione, ma è fuori discussione come questo album, pur non risultando un capolavoro, si lascia ascoltare molto bene, promettendo movimenti di collo più o meno violenti, a seconda delle occasioni.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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