Copertina 6,5

Info

Demo
Anno di uscita:2008
Durata:29 min.

Tracklist

  1. CHARLEY'S BALLAD
  2. YESTERDAY STORY
  3. HEY BABY
  4. REACH THE SKY
  5. DARK (PART 1)
  6. DARK (PART 2)

Line up

  • Ank: guitars, vocals
  • Manuel: drums
  • Luca: guitars
  • Claudio: bass

Voto medio utenti

Terzo demo per i Nowhere (in azione sin dal 1998), che su "Try to Catch It!" si rendono autori di una manciata di brani riconducibili allo Speed/Thrash di stampo statunitense, con un occhio di riguardo ai Metallica del "Black Album", e a pensarci bene lo stesso artwork di "Try to Catch It!" ha delle affinità con quel disco.
A dispetto del titolo, "Charley's Ballad" non è un lento strappalacrime ma un brano possente e dalle ritmiche marcate, e vagamente moderniste, che il cantante (e chitarrista) Ank affronta con la dovuta decisione e grinta.
Gli arpeggi spuntano invece con "Yesterday Story", si tratta tuttavia di un falso allarme, anche qui emerge ben presto l'anima trashettona di questa formazione milanese, che sembra ad ogni modo interagire con l'influenza dei Black Label Society (stesso discorso per la rocciosa "Reach the Sky", dove nel refrain ricordano un po' i Sentenced), belle le chitarre mente appare un po' più in difficoltà il cantato di Ank, il quale non sembra centrare del tutto nemmeno la successiva "Hey Baby", che si apre con un mandolino per poi tornare a privilegiare quelle tendenze già messe in atto nella prima parte di questo EP, con Ank che torna a convincere anche sul piano vocale. "Dark" si divide invece in due movimenti, una prima parte potente e massiccia (riecco i Black Label Society) con il basso di Claudio in bell'evidenza, mentre la seconda, che chiude anche le ostilità, punta sopratutto sull'aspetto strumentale del gruppo.
Superiori alla media per la qualità della registrazione (peraltro il tutto, sebbene pubblicato solo ora, risale al 2006) e dell'artwork, sembrano pronti per l'esordio discografico, anche se non vedrei male l'intervento di una mano esterna (magari un produttore esperto e scafato) che li supporti e dia loro preziosi consigli, portandoli a snellire e focalizzare meglio qualche passaggio qua e là. Un altro suggerimento che mi sento di dare ai Nowhere e che potrebbero (e dovrebbero) accentuare e rendere più convincente quella componente di aggressività presente nelle proprie composizioni, che ora sembra frenata o non pienamente espressa.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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