Copertina 4,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:45 min.

Tracklist

  1. INTRO
  2. CEREMONY OF THE CONDEMNED
  3. REVELATION
  4. DEMON DRIVEN
  5. NEW BORN VIRUS
  6. ABYSSLAND
  7. ENFORCED
  8. DECLINE
  9. DEAD END CORRIDORS
  10. ITN
  11. INDEPENDENT
  12. INTRO II
  13. HOSTILE
  14. LEADERS IN DISGUISE

Line up

  • Klaus Spangenberg: vocals
  • Jens Pesch: guitars
  • Jens Sonntag: guitars
  • Bernd Gross: bass
  • Andreas "Andy" Danner: drums

Voto medio utenti

"Rhein Area Thrash" campeggia fieramente nella foto della band nel booklet di questo "Abyssland", una dicitura che questi tedeschi Blood Red Angel si sono affibbiati, con la chiara intenzione di rimandare alla storica Bay Area che negli anni Ottanta è stata la culla del thrash metal statunitense. Peccato che la baia del Reno non sia esattamente quella di Bay, e che i Blood Red Throne, ormai giunti alla quarta fatica in studio, non siano proprio i Metallica dei tempi d'oro: tutto in questo "Abyssland" non solo suona terribilmente scontato, ma anche spaventosamente male! Il disco inizia subito con il piede sbagliato con "Revelation", un pezzo costruito attorno ad un riff molto ottiantiano dal gusto heavy metal quadi à la Judas Priest più e più volte abusato negli ultimi venti anni. Tuttavia è sulla title track che la band tocca il punto più basso di tutto l'album, dove il riff portante questa volta non solo suona pesantemente inflazionato, ma rivela anche un'assenza di buon gusto sconcertante. Menzione d'onore anche per il pezzo lento, a questo punto immancabile, che in "Abyssland" è intitolato "Itn" e che sostanzialmente scorre in maniera anonima, non lasciando nulla in chi ascolta, complice anche la voce di Klaus che spesso appare fuori luogo. E potrei continuare l'infausta lista ancora per un po', ma credo che a questo punto sia un zinzino superfluo, anche perchè avrete già capito da voi che siamo dinnanzi ad un album su cui non vale proprio la pena soffermarsi. Noioso, fiacco, senza alcuno spunto che valga la pena essere preso anche solo in considerazione e con ripetuti momenti imbarazzanti: ecco come riassumere in una sola riga tutti i 45 minuti di questo "Abyssland". La barca dei Blood Red Angel fa acqua da tutte le parti, e mi stupisco che non sia ancora affondata dal 1999 ad oggi.
E con il vostro permesso, chiudo qui questa recensione, sconsigliandovi in qualsiasi modo l'ascolto (neanche l'acquisto, l'ascolto!) di "Abyssland"; poi ognuno è padrone di fare un po' quel che vuole, ma poi non venitevi a lamentare da me però!
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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