Copertina 6

Info

Demo
Genere:Death Metal
Anno di uscita:2008
Durata:22 min.

Tracklist

  1. INTRO OUR WORLD
  2. FACELESS JOHN
  3. VILES OF WAR
  4. MESCALINE
  5. ENJOY THE AGONY
  6. BEFORE THE END OF TIME

Line up

  • Bomma: guitars, bass
  • Nick: vocals
  • Pit: drums

Voto medio utenti

Ispirarsi così dichiaratamente agli Opeth può creare aspettative troppo elevate nell'ascoltatore e allo stesso tempo portare una band a strafare per il desiderio di dimostrare di essere all'altezza. Davvero non supporto questi proclami, e trovo anzi che siano deleteri: almeno alle prime armi sarebbe bene cercare di non creare paragoni con mostri sacri difficilmente imitabili. Anche perché onestamente della band svedese nella musica dei Deatherrent ci ho sentito molto poco, a parte una comunanza nell'utilizzo di strutture intricate e dell'alternanza tra parti veloci e arpeggi melodici più delicati. Tutto qui, perché per il resto lo stile del gruppo fondato dal buon Bomma (personaggio già attivo in altri progetti, tra cui l'interessante Cold Fire) è immaturo e privo di una direzione vera e propria: le canzoni si alternano in maniera piuttosto casuale tra death, accenni rock e le già citate parti arpeggiate, in una maniera che non risulta di per sé forzata ma che alla fine produce solo disorientamento nell'ascoltatore. Se poi questo sia voluto non posso dirlo, ma certo non ho mai sperimentato qualcosa del genere nelle perfette composizioni degli Opeth. Un capitolo a parte va aperto per quanto riguarda la voce di Nick, non brutta in senso assoluto ma del tutto fuori luogo nella musica dei Deatherrent. Sia per quanto riguarda il rantolo simil-alternative, sia nelle sforzate parti in growling, da questo punto di vista non ci siamo e c'è assolutamente da migliorare. Anche perché lo stile piuttosto asciutto del gruppo mette spesso in primo piano la prestazione vocale, che dev'essere di tutto rispetto se non si vuole rovinare l'impatto delle canzoni. Nonostante tutto quello che ho scritto finora, "Though Death Lives On" la sufficienza se la merita eccome. Tecnicamente gli strumentisti non hanno nulla da rimproverarsi, e alcune parti sono ben congegnate e interpretate (si veda l'ottima intro, ad esempio). Ma nel futuro c'è assolutamente da fare un buon salto di qualità, senza ispirarsi a nessuno perché davvero non serve a nulla.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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