Copertina 7

Info

Anno di uscita:2003
Durata:54 min.
Etichetta:Sanctuary
Distribuzione:Edel

Tracklist

  1. ANIMOSITY
  2. UNSUNG
  3. PISS
  4. LOCKBOX
  5. BROKEN
  6. THE LIGHT POURS OUT ME
  7. SHOVE
  8. IMPOSSIBILE
  9. STOLEN
  10. LEPER

Line up

  • Al Jourgensen: vocals
  • Paul Barker: bass

Voto medio utenti

Finalmente i Ministry sono tornati con un album all'altezza della loro fama, certo distante come concezione in rispetto a 'The Land Of Rape And Honey' e dal masterpiece 'Psalm 69', ma comunque di caratura notevole. 'Animositisomina' esplora il lato forse più acido/oscuro e meno noisy del combo di Chicago, incentrando il sound su un guitarworking veramente tagliente, su un basso estremamente solido, su una batteria paranoica e statica nella sua evoluzione all'interno della song stessa, e su una voce meno filtrata e lavorata rispetto al passato, ma comunque sempre abrasiva ed aggressiva. La cosa di questo platter che all'inizio mi aveva sconcertato rimane comunque la produzione estremamente underground del lavoro, molto scarna, che però tende a conquistare ascolto dopo ascolto (se comunque fosse stato prodotto meglio sarebbe stato un lavoro almeno da 8...), e che effettivamente rende l'idea dell'effetto che Jourgensen e Barker vogliono ottenere sul pubblico...stordimento totale. Il songwriting è estremamente valido ed ispirato, e subito dalla prima song, ovvero 'Animosity', si capisce che la vena post Punk (assopita negli ultimi lavori) dei vecchi Ministry è tornata a pulsare, così come in 'Unsung' il combo stesso sembra non voler dimenticare anche la sua personalissima idea di Electro Song. 'Piss' è una track martellante e cadenzata, molto old nella concezione, ma estremamente convincente, mentre 'Lockbox' è forse un raro esempio di come una song essenzialmente Punk possa travestirsi in una song Industrial - Noisy! 'Broken' è la track dell'intero album che si avvicina di più ai capolavori contenuti in 'Psalm 69', song in cui l'headbanging non può esimersi. Notevole è la cover, che finalmente dopo 14 anni di apparizioni solo live, il buon Al offre in omaggio ai propri fans...'The Light Pours Out Of Me' dei Magazine, dal refrain catchy (anni '80) ma dal risultato semplicemente eccezionale! La successiva 'Shove', ha un certo sapore bahuausiano, molto oscura ed ermetica, giocata su un ritmo circolare e su un grandissimo chorus (insieme ad 'Animosity' e 'Broken', sicuramente la song migliore dell'album, degno nuovo cavallo di battaglia), 'Impossibile' è un fendente che ti tramortisce, con una strofa che ti spiazza (in 7/8), prima di aprirsi in un semplicissimo ritornello, ma comunque di effetto (qui il refrain è quasi solare!), mentre 'Stolen' ripiomba nell'elettronica più Underground, quasi minimale (comunque sicuramente noisy)...il finale è tutto di 'Leper', una song da 9 minuti che cresce pian piano e si evolve attraverso un basso inquietante, freddo come il metallo, ma bollente come la lava, su cui inserzioni apparentemente casuali di suoni cyber, visualizzano orizzonti in perfetto Sci - Fi movie, che si manifestano successivamente e che creano l'incubo futurista chiamato Ministry. Erano anni che Jourgensen e Barker non scrivevano materiale del genere, ottimo sia come songwriting che come spessore, ove solo la produzione poteva essere un pochino più curata...comunque sia, non mi resta che affermare e concordare con loro…"Ministry make the rules".
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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