Copertina 4

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2002
Durata:40 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. DARKANE TIMES
  2. DINAS EMRYS
  3. PENDRAGON’S FALL
  4. THE HIGH KING
  5. THE SPOILS OF ANNWN
  6. THE QUEST
  7. AND THE GIANTS DANCE…
  8. SONG OF THE GRAVES
  9. STILL THE PIPES ARE CALLING

Line up

Non disponibile

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C’è aria di cambiamento in casa Suidakra: la band di Essen, Germania, capitanata dal tutto fare Arkadius (provate a leggere al contrario il nome del gruppo e avrete una divertente sorpresa), torna sulle scene con “Emprise To Avalon”, 4° disco di una carriera che dura dal 1994. Dimenticati gli eccessi degli esordi, il combo col passare del tempo si è sempre più orientato verso un raffinato death di matrice svedese pesantemente influenzato dal folk metal degli Skyclad e dei Sabbath (la cover “The One Piece Puzzle”, presente sul precedente “The Arcanum”, funge in questo senso da vero e proprio tributo) e non scevro da influenze thrash. I pesanti cambi di line up che hanno visto Arkadius restare praticamente da solo non sono bastati a frenare il minuto singer che, affiancato solamente dal fedele compagno Marcel e dal nuovo batterista Lars e forte di un nuovo deal con la prestigiosa Century Media, propone ora sul mercato un ambizioso concept su Avalon e Re Artù. Come al solito la band non si mostra all’altezza del proprio climax artistico, “Lays From Afar”, splendido disco pubblicato nel ’99, sfornando così un altro lavoro che sfrutta le solite idee che caratterizzano il sound del gruppo, una tempo sicuramente di indubbio interesse ed originalità ma oramai eccessivamente abusate. Un lavoro sostanzialmente inutile, danneggiato oltretutto da una produzione mediocre (non pensavo che delle chitarre così “zanzarose” avessero ancora senso d’esistere nel 2002), che mostra una band incapace di muoversi dal pantano artistico nel quale è intrappolata da qualche anno. Non bastano certo dei gradevoli arpeggi acustici alla In Flames accompagnati da una voce stonata e combinati a sfuriate death/thrash per ricreare il feeling presente nei capolavori delle band di Martin Walkyer, nè l’estrema banalità delle liriche aiuta a risollevare il livello qualitativo davvero scarso; un vero peccato per una formazione che aveva cominciato la propria carriera in maniera convincente, eppure “Emprise To Avalon” risulta un imperdonabile passo falso per la Century Media e per la band stessa, un disco probabilmente concepito in una strana situazione e pubblicato troppo in fretta.
Recensione a cura di Francesco 'HWQ' Bucci

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