Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:45 min.
Etichetta:Roadrunner
Distribuzione:Warner

Tracklist

  1. BENEATH THE MACHINE
  2. BROTHERHOOD OF DESTRUCTION
  3. ROAD TO BLOODSHED
  4. LAWS OF REASON
  5. BILLY SEALS
  6. ZEPPO
  7. BELOVED KILLER
  8. THE SHAPE OF THINGS
  9. FLATLINE
  10. THE RIFT BETWEEN
  11. SECONDS
  12. ONCE AGAIN

Line up

  • Jared MacEachern: vocals and rhythm guitar
  • Zeff Childress: lead guitar
  • Derek Anderson: bass
  • Jeremy London: drums

Voto medio utenti

Quando ho messo nel lettore il cd di esordio dei Sanctity mi sono subito balzate alla mente alcune considerazioni in ordine sparso… la prima è che sono più che sicuro che per la band di Asheville il futuro sarà decisamente roseo.
La seconda è che sono certo che ci sarà un nuovo “caso Trivium”, e che questi Sanctity piaceranno tantissimo ai ragazzetti che si sono appena avvicinati al metal, grazie al loro sound ruffiano.
La terza è relativa proprio all’ultimo punto, e cioè che questo cd mi suona troppo costruito a tavolino. Il sound miscela thrash potente al metal classico più melodico, in maniera effettivamente ben congeniata, ma al tempo stesso puzza troppo di architettato, e di spontaneità se ne respira ben poca. Sicuramente, come già detto, insieme al Trivium i Sanctity faranno parlare di sé come una delle nuove speranze del metal mondiale, in molti riporranno in loro le attese per una rinascita del genere. Ma io mi chiedo anche, però, in base a cosa questo dovrebbe succedere, visto che si tratta semplicemente di cliché già usati e abusati in passato da band con ben altre capacità, vedi Testament, giusto per fare un mone molto vicino al nostro quartetto.
Come già detto questo “Road to bloodshed” è formalmente perfetto, a partire dalla produzione, potente e cristallina, fino ad arrivare ai brani, vera colonna portante del cd, corposi, accattivanti e ben suonati. Se però analizziamo il tutto più a fondo vediamo come manchi, come già fatto notare, quella spontaneità da affiancare all’indubbia freschezza del sound. Se a questo aggiungiamo un fastidiosissimo Jared MacEachern che per tutta la durata del cd scimmiotta il mitico Chuck Billy, tirate un po’ voi le conclusioni. Non voglio stroncare il cd, perché sarebbe ingiusto, in quanto ci troviamo comunque davanti a un lavoro valido e che si lascia ascoltare con estremo piacere.
Però non mi sento neanche di gridare al miracolo, e se proprio dobbiamo individuare la prossima big sensation del nostro genere preferito io guarderei altrove e non mi farei abbindolare dai proclami della Roadrunner. Che il thrash stia tornando pian piano alla ribalta è ormai un dato di fatto, ma se proprio devo ascoltarmi un disco di thrash metal del 2007 punto molto più volentieri le mie attenzioni su vecchie volpi come gli Onslaught o i nostrani Schizo, lasciando queste contaminazioni più moderniste ai più giovani.
La paura, purtroppo, di un’invasione di prodotti fotocopia, o comunque poco veraci, non è tanto lontana, e non vorrei che l’esplosione dell’imminente trend svilisca, come già accaduto per tanti altri sottogeneri, uno dei filoni più genuini e interessanti del metal. Di sicuro i Sanctity hanno trovato la gallina dalle uova d’oro, visto che dopo appena due demo sono riusciti ad approdare alla Roadrunner e ora potranno beneficiare di una promozione disumana che, come già detto, gli permetterà di bissare il successo dei Trivium e bruciare le tappe. A loro favore c’è comunque una buona capacità di costruire brani accattivanti, con buoni ritornelli e ottimi assoli dal buon gusto melodico, è il caso per esempio di “Beneath the machine” o di “Zeppo”.
Per farvi un’idea del loro sound immaginate i Testament fortemente influenzati dal metal più classico, che stempera un po’ la durezza del thrash e rende il tutto più accessibile e melodico, al quale non può ovviamente mancare, visti i tempi, una spruzzatina di metalcore. Bei brani, quindi, trascinanti e ben eseguiti, a cui manca però la classica marcia in più, sia perché non c’è un solo riff originale in tutto il cd, sia perché tutti i brani suonano leggermente spompati, senza la cattiveria di cui un genere come il thrash dovrebbe essere pieno. Ribadisco, buon gruppo, ma come nel caso dei Trivium secondo me eccessivamente pompato. A voi la sentenza definitiva…
Recensione a cura di Roberto 'Dulnir' Alfieri

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.