Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:46 min.
Etichetta:Bad Reputation
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. WE WANT IT ALL
  2. FEULED BY A 5TH
  3. LOVE ME LIKE A SUICIDE
  4. LIVIN’ IN THE RED
  5. ROCK-N-ROLL HOMICIDE
  6. THAT’S HOW WE ROLL
  7. SPEED KILLS
  8. DEVILS RIDE
  9. BACK TO PISS YOU OFF

Line up

  • Scotty P.: vocals, guitar
  • Adam Stevens: guitars
  • Billy Velvet: bass
  • Mark Hammer: drums

Voto medio utenti

Sul manuale della perfetta rock band, c’è una regola che riguarda il secondo capitolo discografico di un gruppo. Prevede che esso debba ribadire ed ampliare le migliori caratteristiche dell’album d’esordio.
Quindi se è stato elogiato per l’abilità tecnica, il nuovo lavoro dovrà risultare più complesso ed ambizioso nelle soluzioni strumentali. Se le lodi riguardavano l’immediatezza delle canzoni, allora sarà ancora più orecchiabile, e così via.
Gli statunitensi Crank County Daredevils hanno pubblicato un paio d’anni fa il loro primo full-lenght “King of sleaze” e tutti, sottoscritto compreso, hanno speso parole per sottolinearne l’ottimo groove stradaiolo ma soprattutto la buona attitudine glam-melodica, che lo avvicinava alle cose di Motley Crue, Poison, ecc, magari con un tiro più sporco e ruvido.
Dunque cosa c’era da aspettarsi nel presente seguito, intitolato “Livin’in the red”? Più colori pastello, più ganci melodici, più ammiccamenti, make up pesante e così via. Risposta sbagliata.
Se prima la band di Ashville, North Carolina, poteva sembrare al massimo una versione truccata dei Nashville Pussy, adesso pare di sentire i Motorhead che coverizzano gli Ac/Dc, ma da ubriachi ed incazzati di brutto. Grezzo, marcio, rumoroso, rabbioso, energico, sboccato, cafone, è quel tipo di album dirty-rock che un tempo dovevamo nascondere ai nostri genitori, per evitare dosi supplementari di catechismo.
Realizzato da quattro loschi figuri a metà strada tra i transgender ed i galeotti di Alcatraz, ci intrattiene con finezze quali orgie, puttane, omicidi, suicidi, cocaina, piscio e demoni dell’inferno, tipici argomenti di discussione dei C.C.D. Forti del loro buon gusto, gli americani sostengono le loro tesi con un tiro “heavy and loud” da far sanguinare le orecchie anche ai rockers veterani.
Ben più caotico e distorto del precedente, in diversi momenti l’album schianta le barriere dello street-rock per entrare nell’area indefinita degli stili ibridi. Ad esempio la title-track è pura isteria metal con una spolverata di vocals anthemiche, mentre “Love me like a suicide” e “Speed kills” hanno la delicatezza di un caterpillar e colpiscono come un treno in corsa. Certamente in alcuni pezzi come “We want it all” e “Rock’n’roll homicide” ritroviamo la grande orecchiabilità da party-band del precedente lavoro, ma anch’essa è stata iper-amplificata in modo da risultare più stordente che piacevolmente scorrevole. Inoltre spuntano esplorazioni verso territori inesplorati, tracce agli antipodi di qualsiasi ambizione commerciale. Ad esempio l’ottima “Devils ride”, che procede cadenzata e fangosa fino a contorcersi ai limiti dell’acid-rock, oppure il narco-blues acustico che funge da ghost-track e che farebbe invidia a molte stoner-bands.
Inutile andare oltre, perché qui non ci sono esaltanti cromatismi da descrivere. Questa è roba forte che ispira soltanto luoghi comuni su sangue e sudore, che per una volta vi risparmio.
I Crank County Daredevils sono tra i pochi ad avermi sorpreso negli ultimi tempi. Li avevo inquadrati come onesti praticanti street/glam e come già detto, mi attendevo un disco molto ammiccante che puntava sugli aspetti melodico-radiofonici. Invece il quartetto ha brandito mazze da baseball e si è messo a tirare randellate senza pietà. Se vi piace l’heavy’n’roll da battaglia, non fatevi scappare questa specie di New York Dolls dell’era tecnologica.

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