Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2007
Durata:40 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. IN THE ARMS OF PERDITION
  2. FURTIVE MONOLOGUE
  3. QUARANTINE
  4. THE ILLS OF MODER MAN
  5. A FRACTURED HAND
  6. SHELTERED REMINESCENCE
  7. NAMELESS
  8. TEARS OF THE BLAMELESS
  9. OVAL SHAPED INCISION
  10. FAINTED BLUE ORNAMENTS

Line up

  • Eric Jarrin: guitars
  • Alexandre Erian: vocals
  • Alexandre Pelletier: drums
  • Sebastian Piche: bass
  • Steve Marols: vocals
  • Yannick St-Amand: guitars

Voto medio utenti

Devo ammettere che il mese di maggio del 2007 ha portato diverse uscite di ottimo valore, per la gioia mia e ovviamente anche vostra. i Despised Icon si accodano felicemente a questo trend, facendo uscire un lavoro di valore, intriso di sonorità metal-core nelle quali si fondono con grande maestria elementi death e brutal. Le dieci preziose composizioni si svolgono tutte in maniera più o meno analoga, con stacchi blast impazziti, passaggi cadenzati che richiamano i Fear Factory nell'incedere unisono di ritmica e batteria e rallentamenti sui quali la tipica voce core da il cambio a growl guttureggianti di splatteriana memoria. Certo non ci si discosta molto da quanto sentito nel precedente "The Healing Process", ma la miscela esplosiva del gruppo ora appare un po' più compatta e matura, con sugli scudi un Alexandre Pelletier assolutamente divino dietro le pelli, per la precisione dei cambi di tempo e la fantasia sempre controllata dei suoi passaggi. Molto probabilmente deve aver giovato al gruppo anche l'aver suonato in tour assieme a mostri sacri quali Hatebreeder, Behemot, Napalm Death e Morbid Angel, tutte bands dalle quali questi intrepidi canadesi hanno recuperato ispirazione, capacità tecniche e gusti musicali. L'unico piccolo appunto che mi sento di fare riguarda una certa ripetitività negli arrangiamenti ma c'è tempo per migliorare anche sotto questo aspetto. Intanto "The Ills of Modern Man" attende solamente di essere preso ed ascoltato fino all'ultima nota. Non mancare di farlo, mi raccomando.
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto

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