Copertina 6

Info

Anno di uscita:2007
Durata:55 min.
Etichetta:Okami
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. WALTZ IN CODE
  2. WORLD APART
  3. BLACK OUT
  4. PRIMROSE
  5. A RABBIT IN THE BACK YARD
  6. BLUE TRAIN
  7. A MIDWINTER DANCE
  8. BUTTERFLY
  9. SENSELESS
  10. MOONLIGHT
  11. TIGHTROPE
  12. LIES IN WONDERLAND
  13. FISH THAT CAN'T FLY

Line up

  • Masafumi Gotoh: vocals, guitar
  • Kensuke Kita: guitar
  • Takahiro Yamada: bass
  • Kiyoshi Ijichi: drums

Voto medio utenti

Come questo disco sia giunto sui lidi metallici di Eutk rimane per me un mistero: gli Asian Kung Fu Generation sono infatti quanto di più lontano si possa immaginare dalla nostra amatissima musica, tuttavia il loro pop/rock è di buona fattura e riesce ad accontentare anche il sottoscritto, quando vuole concedersi una pausa dal marciume che di solito ascolta. Come lascia facilmente intendere il nome, la band è di origine asiatica, più precisamente giapponese, come si può anche notare sfogliando il libretto con i testi delle canzoni, tutte rigorosamente in lingua madre.
Pop/rock dunque, ma dalle tinte forti ed energiche, con canzoni molto vivaci in cui è senza dubbio la chitarra ad emergere in maniera decisa, ben accompagnata da una sezione ritmica molto variegata che si concede malvolentieri a soluzioni banali e standardizzate. Pezzi come "World Apart", "Waltz In Code" o "Blackout" sono scattanti, dinamici, insomma è facile ritrovarsi a tenere il tempo battendo il piede, o anche a sculettare in giro per la casa facendo dinta di cantare usando il telecomando come microfono improvvisato. Dura non tirare quattro air-schitarrate sul riff iniziale di "Primrose", anche se il difetto che questo "Fan Club" ha sta nel fatto che la voce di Masafumi Gotoh è troppo poco dinamica, perennemente assestata su una stessa linea melodica e sulla stessa timbrica alta che alla lunga può rivelarsi stucchevole e noiosa. Musicalmente come detto la chitarra è assolutamente lo strumento principe, ma anche nel suo caso paga forse una omogeneità esagerata nelle soluzioni (ad esempio, sul ritornello la chitarra ritimica suona accordi aperti, mentre quella solita si dedica o a qualche riff o a qualche assolino), finendo con l'appesantire l'ascolto di "Fan Club". Batteria assolutamente sugli scudi, come già detto, dal momento che sfodera un gusto nella scelta delle soluzioni ritmiche che raramente ho avuto modo di ascoltare, donando quella varietà e quel respiro che la voce e la chitarra non sono in grado di dare al disco.
Nel complesso un disco carino, senza dubbio paga fortemente la sua ripetitività di fondo, che non facilita certamente l'ascolto. Tuttavia le canzoni belle e godibili ci sono. Un disco da ascoltare a piccole dosi e consigliato solamente a tutti quelli che oltre al metal amano cimentarsi in sonorità più rock.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

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