Shank - Sounds Of The Infected

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2005
Durata:37 min.
Etichetta:Autoprodotto
Distribuzione:Kick Promotion

Tracklist

  1. INFECTED
  2. IN A COLD NIGHT
  3. ENDING MOVE 555
  4. NO CURE (FOR MY NAUSEA)
  5. BROKEN DISPLAY
  6. WHO WENT WRONG
  7. (THAT'S) MY WAY
  8. CROCK SNEAK (REMIX)

Line up

  • Enrico Moscatelli: vocals
  • Andrea Litti: guitars
  • Gianni Nicolì: guitars
  • Luigi Spira: bass
  • Massimo Nocco: drums

Voto medio utenti

Disco di debutto per i salentini Shank, band dedita ad un nu metal/crossover di discreta fattura, il quale si barcamena tra ritmiche dinamiche, sprazzi di melodia, inserti elettronici e una voglia si allontanarsi da certi clichè che sovente è frustrata dal risultato pratico.
In effetti le prime due canzoni, “Infected” e “In A Cold Night”, sono ampiamente trascurabili, appiattite sull’ordinario e con un singer che non graffia quasi mai, preferendo esprimersi con un tono più melodico e pulito. È solo alla terza canzone, “Ending Move 555”, che si inizia a ragionare, con le chitarre che talvolta sembrano inarrestabili, abili come sono a puntellare la voglia del singer di dimostrarci di essere un cantante espressivo, ma alla lunga noioso.
La successiva “No Cure” mostra un po’ di sana violenza urbana, al punto che nelle parti dure sembra di sentire echi dei Coal Chamber di “Loco”, mentre “Broken Display” torna su binari troppo melodici e noiosi. La migliore song del lotto sicuramente è “(That’s) My Way”, un crossover sottile, carico di tensione controllata, ma che è pronto ad esplodere in momenti di dinamismo sonoro veramente ottimi e che, in un punto, lasciano spazio ad un momento di bossanova, momento apprezzabile anche se un po’ mezzo lì per forza. Il disco si chiude con “Croc Sneak”, remix minimale e atmosferico di “Ending Move 555”.
In definitiva questo “Sounds Of The Infected” è un dischetto discreto che ci presenta una band con buone capacità. Il tutto però merita di una maggiore esperienza, soprattutto dal punto di vista compositivo, una maggiore varietà nelle linee vocali e magari una dose di cattiveria in più.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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