Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2006
Durata:69 min.
Etichetta:Heavy Horses
Distribuzione:Sx Distribution

Tracklist

  1. THE PASHOVI CLIFFS
  2. MOURNING MILL
  3. WIND HUNTERS
  4. KUKERI TOWARDS THE SEA
  5. MY DINASTY
  6. THE SOLITUDE OF STARA PLANINA
  7. RHODOPEAN WINTER
  8. KUKERI IN THE SNOW
  9. SOMEWHERE IN THE WOODS
  10. MEMORIES IN THE DARK OF THE AGES
  11. SUN, I PRAY TO THEE
  12. KUKERI OF THE SUN

Line up

  • Dimo Dimov: all instruments

Voto medio utenti

Dimo Dimov la deve davvero amare la sua Bulgaria! Basta farsi un giro sul sito ufficiale del progetto www.svarrhog.com, per trovare numerose foto di paesaggi delle sue terre... un ragazzo dedito al culto della natura, insomma, e a quello del black metal. Ma non in stile scandinavo, bensì imbastardito di folk e avantgarde al punto da non essere più riconoscibile se non facendo molta attenzione ad alcuni dettagli che ancora tradiscono la primigenia passione di Dimo. Ma è troppo poco per parlare di influenza, perché nella musica di questo talentuso ragazzo c'è di tutto, e quando dico di tutto intendo veramente di tutto! Sono quasi settanta (!) minuti di musica che non stancano mai, perché in quanto a varietà e a soluzioni stilistiche innovative il progetto Svarrogh non è secondo a nessuno. Provate a respirare la calma è l'imperturbabilità di "The Solitude Of Stara Planina", inno dedicato a una delle zone montagnose più belle e selvagge della Bulgaria. Non c'è nessuna fretta nel percorrere questi luoghi ricchi di fascino e magia, e Dimo lo sa bene superando i dieci minuti di durata in uno degli episodi più suggestivi dell'intera opera. Altrove spunta fuori il black metal più classico, ma sempre accompagnato da una schiera di strumenti folkloristici di tutto rispetto: flauti, trombette, zampogne, e quant'altro. Mai forzando, ma sempre lasciando che la musica fluisca in maniera naturale, quasi rilassata anche se si sta parlando di un genere piuttosto estremo. Quello che può tenere lontano da Svarrogh è l'aspetto vocale, spesso dissonante ai limiti della stonatura quando si tratta di voce pulita, a volte fastidioso quando si prodiga in scream/growl forse da rivedere. Ma sarebbe riduttivo sminuire così il grande lavoro di questo ragazzo che, ricordiamolo, oltre a comporre la musica suona anche tutti gli strumenti! C'è talmente tanta carne al fuoco in Kukiri da poterne parlare per ore... ma a questo punto forse è meglio procurarsi uno degli album più vari e ispirati degli ultimi tempi, e ascoltarlo fino allo stremo!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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