Copertina 6,5

Info

Genere:Punk
Anno di uscita:2005
Durata:30 min.
Etichetta:Hellcat
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. LOUD AND PROUD
  2. RIOT, RIOT, RIOT
  3. 1984
  4. THE BOYS
  5. TURNCOAT
  6. LOWER EAST SIDE
  7. HOOLIGANS
  8. STREET ROCK N ROLL
  9. I DON'T LIKE YOU
  10. KILL FOR CASH
  11. SHOT STABBED AND FOOLED
  12. JANIE HAWK
  13. NEW YORK CITY

Line up

  • Roger Miret: vocals, guitar
  • Rhys Kill: guitar, vocals
  • Brian Darwas: bass, vocals
  • Mike Mulieri: drums

Voto medio utenti

Quello che sembrava un progetto estemporaneo del cantante degli Agnostic Front, trova ora un seguito con "1984". Su questo album, breve e diretto, Roger Miret accompagnato dai "suoi" Disasters, non abbandona il punk rock già adottato con l'omonimo debutto, uscito sempre per la Hellcat Records sul finire del 2002.
Cambia invece l'intera sezione ritmica, con il solo chitarrista Rhys Kill che si ripresenta al fianco di Miret. Assieme a loro troviamo ora i nuovi Brian Darwas (basso) e Mike Mulieri (qui alla batteria, ma anche chitarrista e cantante dei Rid Of Mee), ma sopratutto lo spettro di quelle bands che hanno fatto la storia del Punk: The Clash, Sex Pistols, Stiff Little Fingers, Sham 69, Buzzcocks...
Ad esempio "Kill For Cash" ricorda non poco i The Clash... e non solo per averli citati nel titolo, mentre le chitarre di "Turncoat" richiamano davvero molto gli Sham 69 (dei quali vi consiglio caldamente "Adventures of the Hersham Boys" del 1979). Sono comunque diverse le citazioni presenti su "1984" legate ad alcuni dei musicisti preferiti di Miret (tra le tante, il "...c'mon let's go" presente su "Riot, Riot, Riot"), il quale tributa anche la sua città adottiva (Miret è in realtà nato a Cuba) con la conclusiva "New York City".
Uno dei brani che preferisco è sicuramente "I Don't Like You", il più incazzato e veloce dell'album (avete presente "Fuck you" dei D.O.A., più conosciuta per la versione che ne hanno fatto gli Overkill?), ma non è male nemmeno "Janie Hawk", che dell'album è invece la canzone più accattivante.
Sebbene "1984" perda parte della sua efficacia con lo svanire dell'effetto sorpresa proprio del debutto, rimane un buon recupero di sonorità ormai in disuso, se non addirittura piegate alla "ragione" del music business, messo in atto da parte di un musicista di valore quale Miret.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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