Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2004
Durata:48 min.
Etichetta:Massacre
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. OPEN WIDE THE GATE
  2. YOUR DARKEST SAVIOR
  3. . SCREAMS OF THE TORTURED
  4. AT THE SABBAT OF THE POSSESSED
  5. BENEATH THE IRON HAND
  6. ANOINTED BY BLOODSHED
  7. VICTORY OF BLACK STEEL
  8. I AM THE CONQUEROR
  9. CRUCIFIED IN HEAVEN
  10. THE CHAINS OF THE NAZARENE
  11. WE DIE FIGHTING

Line up

  • Gerrit Mutz: vocals
  • Jorg M. Knittel: guitars
  • Oliver Grosshans: guitars
  • Jens Sonnemberg: bass
  • Mathias Strauss: drums

Voto medio utenti

Il gatto è tornato. Il true metal è tornato.
I Sacred Steel, nel bene e nel male, in pochissimi anni (il debutto è targato 1997) hanno saputo ritagliarsi un posto nella scena metal. Non sono i cloni di nessuno, sono inossidabili, non cambiano line-up nemmeno a picchiarli, ridicolizzati ed avversati dai nemici del vero acciaio, vanno avanti per la loro strada, fieri e pacchiani come sempre.
Ed in più, vera punto di forza della band tedesca, hanno un cantante che definire unico è un eufemismo. Gerrit Mutz, detto “Il Gatto”, proprietario di una timbrica bislacca quanto stridula ma dannatamente metal, è l’anima e l’immagine dei Sacred Steel, fin da quando torturava le mie e le vostre orecchie nell’incredibile debut “Reborn in Steel”, sguaiato ed esagerato fino all’inverosimile.
Col tempo i Sacred Steel si sono modellati, a volte anche svariando e tentando qualche sortita, quando melodica quando estrema, con puntate a volte nel coro più zuccheroso quanto nel growl death metal più efferato, ma è ovvio che il classic metal tedesco è il vero ed unico punto ispiratore dei cinque crucchi.
Come accennato prima, rispetto al più melodico “Bloodlust” ed al più estremo “Slaughter Prophecy”, questo nuovo “Iron Blessings” si mantiene più saldamente in territori squisitamente defender, richiamando alla memoria i primi due leggendari lavori, soprattutto il più maturo (ma a mio parere meno affascinante del debutto…) “Wargods of Metal”.
E anche i titoli dei brani, a maggior ragione, sono testimoni dell’amore incondizionato che i Sacred Steel nutrono nei confronti del metal più incontaminato e lontano dalle mode che possa esistere: l’opener “Open Wide the Gate” si presenta trascinante e battagliera, l’evocativa “Screams of the Tortured”, la frenetica e veloce “At the Sabbat of the Possessed”, “Victory of the Black Steel”, fino a giungere all’esplicativa “We Die Fighting”, summa lirica ed artistica del “modus suonandi” dei Sacred Steel.
Un disco davvero competitivo, che immagino davvero letale in ambientazione live, che certo non li avvicinerà ai loro detrattori storici, ma che farà senza dubbio felici i loro estimatori e che continuerà la saga del gatto metal e dei suoi simpatici quattro amici. In nomine Metal.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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