Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2004
Durata:50 min.
Etichetta:Avantgard
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. INVOCATION OF THE WORLD DESTROYERS
  2. ARPHE DE A LONDOH DE IALPOR SALBROX
  3. SULPHURFIELDS
  4. COMETH DOOM, COMETH DEATH
  5. PROCREATION DENIED
  6. RETALIATION OF THE REBELLIOUS
  7. A ACROODZI DE A GALVAH
  8. UNIVERSAL ANNIHILATION

Line up

  • Marcus E. Norman: all instruments and vocals

Voto medio utenti

Della serie "C'era una volta il black metal...", ecco che ogni tanto arriva qualche release che ci ricorda come fossero belli i tempi in cui questo genere ha vissuto il suo massimo splendore, quando cioè qualsiasi band proveniente dall'area scandinava/nordeuropea che proponeva sonorità oscure ed estreme poteva godere del favore incondizionato di pubblico e critica musicale. Probabilmente già all'epoca ci furono delle esagerazioni in questo senso, e soprattutto vennero sopravvalutati certi gruppi che non meritavano poi un granché, però è anche vero che da paesi come la Svezia e la Norvegia sono uscite moltissime band valide, e non mi riferisco soltanto ai nomi più conosciuti... Questa lunga premessa serve ad introdurre l'ultimo lavoro degli Ancient Wisdom, formazione svedese attiva da ben dieci anni e giunta ormai al quarto album, che i più "fanatici" di voi ricorderanno forse come una delle band minori della scena swedish black. Il fatto è che, a differenza di molti altri conterranei più famosi, loro sono ancora vivi e vegeti e, a quanto pare, totalmente fedeli ai classici stilemi del genere. Ora come ora non so neanche più se questo è un bene o un male: da un lato viene da pensare che certe cose le abbiamo sentite mille volte condite in tutte le salse possibili e immaginabili, dall'altro però si può anche riflettere sul fatto che sta diventando sempre più raro ascoltare nuovi dischi di black sinfonico (tanto più di quello veramente tosto e meritevole di attenzione), per cui questo "Cometh doom, cometh death" può essere giudicato in modi abbastanza diversi a seconda che lo si estrapoli o no da certi contesti musico/temporali ai quali per forza di cose è legato. Se fosse uscito sette o otto anni fa di sicuro sarebbe piaciuto molto a coloro che amavano particolarmente l'unione tra potenza e melodia, cioè tra un riffing ricercato e pulito e la maestosità delle onnipresenti tastiere. I brani infatti sono tutti piuttosto complessi e ben strutturati, si attestano su velocità medie e sono inoltre caratterizzati da vocals sofferte e da atmosfere sempre molto cupe e oscure: tutto ciò fa sì che l'ascolto dell'album risulti piuttosto piacevole, ma come ho già detto in precedenza ci si può scordare di trovare al suo interno qualcosa che già non si conosce nei minimi particolari! Insomma, il nodo della questione è tutto qui: gli Ancient Wisdom (che in realtà sono un'unica persona, tale Marcus E. Norman) hanno realizzato un cd più che dignitoso, ma è chiaro che esso si rivolge principalmente a un pubblico di nostalgici o a chi, a suo tempo, non ha approfondito abbastanza la conoscenza di questo genere musicale.
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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