Kadenzza - Into The Oriental Phantasma

Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2003
Durata:45 min.
Etichetta:Holy Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. KAMIKAZE BLOWS
  2. MONONOKE
  3. GOD OF WORM
  4. WHEEL OF FORTUNE
  5. ENDLESS LABYRINTH
  6. LAMENT 1999
  7. WAR PHANTASMA

Line up

  • You Oshima: vocals, guitars & synths

Voto medio utenti

E' la prima volta, in questi ultimi tempi, che mi capita sottomano del metal di fattura nipponica. Pensavo che dopo la geniale schizofrenia dei Sigh, incompresa dai più, l'underground giapponese sarebbe scomparso in pochissimo tempo senza suscitare clamore. E così infatti è stato, ma nonostante le sue parole un pò rammaricate per tutto ciò, il mastermind You Oshima è particolarmente motivato a portare avanti il suo progetto solista di Kamikaze Oriental Black Metal (!). Il risultato è tutt'altro che perfetto, ma perlomeno "Into The Oriental Phantasma" è un album che si fa ascoltare per curiosità. You Oshima ha suonato tutti gli strumenti, cantato, programmato i sintetizzatori e la batteria, in piena tradizione black metal, e da questo punto di vista c'è poco da rinfacciargli. La musica è un calderone di tendenze e stili ancora poco amalgamati tra loro, per cui capiterà di ascoltare ad un riffone death metal con tanto di blast beat seguito da un assolo neoclassico che parrebbe essere uscito da un album degli Stratovarius! Le principali influenze (peraltro dichiarate da You) sono tratte dagli Emperor di Prometheus con il loro riffing intricato e le morbose atmosfere più il solismo al fulmicotone di Yngwie Malmsteen... il risultato è un album confusionario e caotico ma perlomeno abbastanza vario da essere digerito completamente senza troppa fatica. Le prime quattro tracce rispecchiano fedelmente tutto quello che ho detto finora, mentre la quinta è un pezzo più lento e malinconico, con tanto di violini e campane... niente più che un intermezzo. Il compimento dell'opera è rappresentato dalla suite conclusiva (War Phantasma), divisa in sei diversi movimenti basati su sensazioni spesso completamente diverse tra loro, e purtroppo anche abbastanza povere. Questo problema non è affatto da imputare alla staticità della musica (semmai sarebbe forse il contrario), ma alla mancanza di qualche soluzione che faccia risvegliare un minimo di interesse nell'ascoltatore. Invece il cd va spesso a finire in sottofondo, e per questo motivo ne sconsiglio l'acquisto a chi non ha la voglia nè il tempo di approfondire l'album con molti ascolti prima di riuscire ad apprezzarlo.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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