Skyclad - No Daylights, Nor Heeltaps

Copertina 8,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2002
Durata:60 min.
Etichetta:Demolition
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. PENNY DREADFUL
  2. INEQUALITY STREET
  3. SPINNING JENNY
  4. THE CRY OF THE LAND
  5. ANOTHER FINE MESS
  6. SINS OF EMISSION
  7. THE WIDDERSHINS JIG
  8. HISTORY LESSENS
  9. LAND OF THE RISING SLUM
  10. SINGLE PHIAL

Line up

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Ed ecco gli Skyclad, che dopo la dipartita del loro singer e frontman Martin Walkyier, tornano sulle scene, orfani anche del contratto discografico che li legava con la major Nuclear Blast. Tutto ciò potrebbe sapere di fallimento, di sconfitta...e invece la band inglese dà alle stampe questo piccolo gioellino di musica folk d'eccezione. Come si può subito evincere dalla track list, bisogna subito puntualizzare che il materiale presente in "No Daylights, Nor Heeltaps" non è niente di nuovo ma è solo la rivisitazione acustica di tutti i più grandi classici del passato della band. Gli Skyclad hanno voluto riprodurre su disco il risultato che hanno ottenuto nei loro numerosi tour unplugged, per poter far sentire a tutti, l'anima più folkloristica della propria musica. Come sapore, questo disco potrebbe far tornare alla mente lo sperimentale e sottovalutato "Oui Avant Garde a Chance", disco del 1996, dove la band ha voluto "osare", proponendo un disco quasi totalmente acustico ed ispirato alla musica celtico/folkloristica. Una delle prima domande che si porranno sicuramente i fans degli Skyclad sarà: "cosa ne è di loro senza Martin Walkyier?". Domanda più che lecita, se si pensa che il cantante era il fulcro centrale della band, il trademark inconfondibile per quanto riguarda la voce ed i testi poetici ed allegorici. Risponderò alla domanda con un'osservazione diretta su "No Daylights...". Non si può nascondere che la band abbia totalmente abbandonato l'anima più metal a favore di un approccio più rilassato e "danzereccio", un approccio più adatto ai pub inglesi, dove qualche bel "tune" irlandese fatto di chitarre acustiche e violino intrattiene alla perfezione il pubblico. In tutto questo, una voce aggressiva, quasi percussionistica, non può che essere fuori luogo...una musica spoglia del riffing metal dei vecchi tempi, priva della sua vecchia aggressività, è ora proposta con una voce pulita e altamente in linea con l'atmosfera delle nuove versioni delle canzoni. L'insieme funziona ed ha senso di esistere solamente senza Martin Walkyier, personaggio che ha dedicato la sua intera vita al metal, ed ha intenzione di farlo ancora per molto! Quindi canzoni come "Inequality Street", "Spinning Jenny" o "History Lessens", riproposte quasi interamente in versione acustica, modificate nella cadenza, cantate con voce pulita, vicina alla musica tradizionale popolare, assumono una forma totalmente nuova e per questo vanno rivalutate appieno. Siamo di fronte ad una raccolta di piccole gemme, di piccoli capolavori che vanno gustati fino in fondo. Lasciatevi trascinare dai ritmi danzanti e dalle melodie di violino...non ne rimarrete delusi!
Recensione a cura di Davide 'Damnagoras' Moras

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