Copertina 5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2001
Durata:60 min.
Etichetta:Osmose
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. CONVOYS TO NOTHINGNESS
  2. THE VOICES
  3. VISION: SPHERE OF THE ELEMENTS – A MONUMENT PART II
  4. HOLLOW INSIDE
  5. THE CROMLECH GATE
  6. ENEMY I
  7. SMIRR
  8. THE SLEEP: FLOATING DIVERSITY – A MONUMENT PART III
  9. OUTRO: SELF - ZER
  10. (SENZA TITOLO)

Line up

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E’ bello vedere come ogni tanto i titoli delle canzoni non sono messi a caso…basti vedere la traccia numero otto di questo disco: The Sleep…ha centrato appieno l’effetto che “Monumension” fa sull’ascoltatore: un grande e lungo sonno! Eh, gli Ensalved non sono più i potenti vichinghi che diedero all luce due dei più epici dischi scritti in ambito viking/black metal ovvero “Frost” e “Eld”.
Già con il successivo “Blodhemn” la band mi aveva lasciato parecchio perplesso e purtroppo non ho avuto l’occasione di ascoltare il più recente “Madrarum”. Questo nuovo “Monumension”, a quanto dice la biografia, dovrebbe essere la continuazione, sia a livello musicale che lirico del suo predecessore…quindi dubito che “Madrarum” possa essere stato a livello dei primi capolavori della band.
Così gli Enslaved sono andati pian piano perdendo l’ispirazione, la formula vincente e soprattutto hanno perso gran parte del loro conpect viking, ovvero quella che era probabilmente la loro principale carta vincente. Quello che troviamo in questo nuovo lavoro sono soprattutto parti tastieristiche altamente atmosferiche e psichedeliche (si avete capito bene! I vichinghi si sono fumati l’impossibile!!) che assumono un aspetto soporifero e mortalmente noioso, alle quali si alternano violenti riff di death metal ultra banale….ogni tanto il biondo norvegese, sfodera qualche parte vocale vecchio stile con il vocione ultra epico, ma tutto questo risulta un’accozzaglia di suoni, voci, riff di chitarra messi veramente allo sbaraglio, senza nessun filo logico e senza nesssuna cura per le strutture o per la propria integrità musicale.
Si sente insomma che le doti compositive della band norvegese sono finite da un pezzo e che l’ispirazione dei vecchi tempi se n’è ormai andata. Vorrei sottolineare che questo disco non è (come invece strombazzato nella loro biografia) un’evoluzione o una maturazione…è solamente il risultato della voglia di essere “evoluti” e “diversi” e quindi di voler rimanere ancora in ballo in una scena (quella black metal) che purtroppo sta finendo inevitabilmente.
Ascoltando la prima canzone già si muore di noia, ma forse non tanto per la lentezza e l’atmosfera dei pezzi tastieristici, ma proprio per una strabordante banalità di idee e un’incredibile ripetitività dei pezzi, messi assieme l’un con l’altro senza un minimo criterio. Qualcosa di buono nel disco c’è tutto sommato: esiste qualche riff di chitarra azzeccato come per esempio al primo minuto della seconda traccia, però in generale sono idee sprecate che durano un po’, poi la canzone cambia mood, ritmo, poi torna uguale, insomma non c’è un filo logico che possa far apprezzare le singole idee appieno.
Se siete fans del gruppo, provate a dargli un’ascoltata, dategli del tempo, e se dopo migliaia di ascolti ancora vi addormentate, allora è come v’avevo detto io…..i vecchi Enslaved sono morti da un pezzo (purtroppo); i nuovi Ensalved non hanno senso di esistere.
Ah dimenticavo! Il disco gode anche di una pessima produzione, il che dona un maggiore alone di incoerenza: non suonano più black, ora vogliono fare gli splendidi e gli intellettuali e cosa fanno? Registrano il disco con una produzione del genere…..mah! Dopo l’abbandono di Marduk e Immortal (approdati ad altre case discografiche) l’Osmose su chi deve puntare più? Si spera che il nuovo Impaled Nazarene sia all’altezza!
Recensione a cura di Davide 'Damnagoras' Moras

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