I cechi
Master’s Hammer sono dei veterani della scena estrema difatti sono attivi fin dal 1987, hanno superato due scioglimenti ma quest’anno sono tornati con un album che mi ha un pochino lasciato interdetto.
Il motivo è presto detto, la formazione guidata dal capitano
Franta Štorm ha la tendenza a non prendersi troppo sul serio e questo album danzereccio sembra uno sberleffo bello e buono all’attitudine molto studiata di certe black metal band sempre incazzate col mondo.
Ma che non facciano le cose per bene sarebbe una falsità; qui l’intento è di fare un disco si metal, ma ballabile, dove le tastiere sono l’architrave e le chitarre seguono a ritmo.
“
Take it or leave it” col suo mood quasi rammsteiniano ed un chorus azzeccato potrebbe diventare un pezzo da discoteche alternative.
La componente black metal qui è totalmente assente, volutamente; la band sembra quasi prenderne le distanze con un approccio che ne è quasi l’antitesi, composizioni semplici, con ritornelli cantabili, voci pulite intervallate da interventi più profondi e tastiere techno a fare da corredo.
Sentitevi la saltellante “
Bochnatky” e con quelle chitarre unite ai synth; un pezzo “rubacchiato” al canzoniere di
Til Lindemann e soci ma che fa centro.
Certo questa scelta voluta di rendere il metal ballabile potrebbe far storcere la bocca a più di un metallaro duro e puro (defender tappatevi le ‘recchie) ma se lo prendiamo per ciò che è, un divertissement allora le cose cambiano, ma col contagocce però, basta e avanza un disco solo.
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