Copertina 7

Info

Anno di uscita:2025
Durata:non disponibile
Etichetta:3DOT Recordings

Tracklist

  1. ACT I
  2. NEW PAIN
  3. FRONT DOOR PHOBIA
  4. WORST CASE SCENARIO
  5. ACT II
  6. CAN I LIVE IN THIS MOMENT FOREVER
  7. WILTWITHER 2
  8. BLACK PEARL
  9. ACT III
  10. OBSOLETE
  11. SINK UNTIL YOU REACH THE BOTTOM
  12. PURE LIGHT

Line up

  • Nick Rendelman: vocals
  • Dakota Brown: guitar
  • Joshua Davis: guitar
  • Anna Harper: bass
  • Tyler Syphertt: drums

Voto medio utenti

Nel mare magnum del metalcore moderno, dove ogni nuova uscita viene salutata come la prossima rivoluzione del genere ed ogni band come new sensation, "Pure Light" dei Wiltwither si distingue per un approccio più sobrio e consapevole. Non è il disco che salverà il metal, come alcuni colleghi hanno frettolosamente proclamato, ma è un esordio solido, ben costruito e promettente.

Originari della Carolina del Sud e recentemente approdati alla 3DOT Recordings (l’etichetta dei Periphery), i Wiltwither presentano un concept album diviso in tre atti, che racconta una distopica sessione di terapia di gruppo sotto l’effetto di droghe sperimentali. Il tema, per quanto ambizioso, è trattato con coerenza e riesce a dare un senso narrativo all’intero lavoro ed un certo intrigo di fondo, fino alla conclusione in cui questi tre colori (rosso, verde e blu che stanno per le proprie fragilità interiori), si allineano, formando la citata pura luce del titolo.

Musicalmente il quintetto fonde metalcore, shoegaze, nu-metal e persino hip-hop (orrore!) ma lo fa con criterio: le influenze non sembrano appiccicate con lo scotch come fin troppo spesso accade, bensì integrate con gusto ed attenzione. Brani come “Obsolete” e “Can I Live in This Moment Forever” mostrano una buona padronanza della dinamica e un’intensità emotiva che non scade mai nel manierismo, mentre la produzione è uno dei veri punti di forza del disco: pulita, potente, capace di valorizzare sia le parti più aggressive che quelle più atmosferiche. Il lavoro di mix e mastering riesce a dare respiro anche ai momenti più claustrofobici, contribuendo alla riuscita complessiva del progetto.

In definitiva, "Pure Light" è un debutto che merita attenzione ma senza cadere in alcuna iperbole. I Wiltwither dimostrano di avere idee, tecnica e visione ma devono ancora trovare una voce davvero personale per emergere in quanto non portatori di una nuova illuminata verità, quanto buoni interpreti di un genere già ampiamente schematizzato e canonizzato. Un buon inizio, che lascia ben sperare per il futuro.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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