Avviso a tutti i raffinati
rockofili, ai
metallers perniciosi, apocalittici e glaciali o ancora ai “modernisti” del
metallo … in questo disco non troverete nulla che fa per voi.
O forse, sì, se per una volta avete voglia di dare libero sfogo ai vostri istinti “primordiali”, abbandonandovi ad una quarantina di minuti di
hard n’ roll scorbutico e immediato, implacabile nei
riff nerboruti, nei suggestivi dialoghi delle
twin-guitar e nei cori euforizzanti e granulosi, da scandire con il pugno alzato contro il “mondo”.
Nessuna pretesa di originalità, sottigliezze espressive o ardite riflessioni esistenziali … nei
Casket Rats troverete “solo” tanta energia e dosi enormi di quell’attitudine necessaria per riprodurre la lezione di Motorhead, Thin Lizzy e Rose Tattoo senza apparire scontati o parodistici.
Andando a rovistare nella storia della
band si scopre che il bassista e
vocalist Keith Bennett ha un passato di rilievo nella scena
hardcore di Boston (Wrecking Crew, PanzerBastard, Death Ray Vision), ratificando così le scorie
punk (emblematico in questo senso il cantato di "
Looking for some”) disseminate lungo una scaletta che punta dritta alle viscere dell’ascoltatore, intridendo di prontezza melodica rituali musicali tutt’altro che inediti eppure, nelle mani “giuste”, ancora galvanizzanti.
E non si pensi ad una esibizione artistica fatta esclusivamente di foga irriducibile e spasmodica: in “
Rat city rockers” troverete anche soluzioni sonore leggermente più articolate e “meditate” ("
Au revoir”, l’eccellente “
Watch it burn”, “
Bad times”), nonché piccoli tocchi “sudisti” ("
All she wrote”), lasciando poi che il
sound pulsante ed elettrico dell’
hard-rock quintessenziale prenda il sopravvento ("
Blood in the water”, “
Whiskey queen”, “
Stealin'", “
What's the problem“) e conquisti il proscenio.
“
That’s the power and glory of rock and roll – we’re merely the evangelists.” … con queste eloquenti parole
Bennett definisce i suoi
Casket Rats e a noi non resta che rispolverare i precetti del “catechismo” di genere e godere della persuasiva omelia declamata in “
Rat city rockers”.
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