Già una band che per chiudere la propria prima uscita va a scomodare gli Stormwitch cattura le mie simpatie, poi se questi spagnoli vanno pure a scegliere un brano come "
Beware the Demons", mai inciso ufficialmente ma presente in versione live come bonus track sulla ristampa di "Stronger than Heaven", hanno anche tutta la mia attenzione.
Quella che quindi riservo a "
Ruler of the Wolves", EP che non raggiunge i venti minuti di durata ma che ha molto da offrire al suo interno. A partire dall'incalzante "
Descent into Abyss", un breve strumentale dove i quattro musicisti si sfidano in velocità e dove allontanandoci per un momento dalle dichiarate influenze teutoniche mi pare di cogliere anche un eco di Exciter e Razor, dal lontano Canada. A forza di rincorrersi eccoli raggiungere "
Hunger", dove la vena ottantiana degli
Hunger emerge completamente riportandoci direttamente ai primissimi lavori di Running Wild, Avenger, Grave Digger, Helloween, Warrant e compagnia
cantante.
E a proposito di
cantante anche la voce di
Dizzy D. Duarte è scartavetrata il giusto, ma sa anche adattarsi a un brano più articolato quale "
Ruler of the Wolves", dove non solo la sua prova ricorda quella di Chris Boltendahl, ma è l'atmosfera generale del pezzo a rimandare i Grave Digger. Anche la resa sonora è piacevolmente demodé, eppure, un po' di pulizia e incisività in più nei suoni avrebbe fatto rendere al meglio gli intrecci di chitarra di
Rudolf V. e di
Jara Solís (che ricordo di aver già incrociato nei Sinner Rage) oltre ed aiutare ad emergere il pulsare del basso di
Vick Rodríguez.
Si torna poi a
correre selvaggiamente con "
Sabotage" fino ad incrociare un guitar solo di maideniana memoria, che comunque ben si incastra nel pezzo, per andare a chiudere il sipario con un altro strumentale, "
Evil Omen", più atmosferico e meno pressante di quello posto in apertura.
Ma prima di andare a casa, gli
Hunger devono ancora affrontare - come hanno fatto per quindici stagioni i fratelli Winchester - ancora un demone. E l'ultima prova li porta direttamente nell'antro degli Stormwitch, ma invece di scegliere una qualsiasi "Walpurgis Night", "Masque of the Red Death" o "Allies in the Dark" (tutte e tre tra le mie preferite...) ecco che vanno a scovare la praticamente inedita "
Beware the Demons", rendendogli peraltro un ottimo servizio, e se anche
Duarte non è così carismatico come Andy Muck, il feeling della formazione tedesca si riesce ad avvertire sia nei chorus sia nei fraseggi melodici delle due chitarre.
Ora devono solo completare la line-up, dato che sull'EP alla batteria c'era l'ospite
Fabio Alessandrini (Bonfire, Annihilator ed Enemy Eyes tra le innumerevoli collaborazioni), e mettersi a testa bassa al lavoro sul loro album d'esordio.
Come nearer, come nearer... you can't resist their might...
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