Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2025
Durata:71 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. THINGS WE TELL OURSELVES IN THE DARK
  2. GOD TERROR
  3. ABSENT THEREAFTER
  4. PAUSE
  5. DOOR #3
  6. MIRADOR UNCOIL
  7. PSYCHOMANTEUM
  8. SLOW PARANOIA
  9. THE BLUE NOWHERE
  10. BEAUTIFULLY HUMAN

Line up

  • Tommy Giles Rogers: vocals & keyboards
  • Paul Waggoner: lead guitar
  • Dan Briggs: bass, keyboards
  • Blake Richardson: drums

Voto medio utenti

Parliamoci chiaro: ascoltare un album dei Between The Buried and Me non è mai cosa semplice. Sempre a cavallo tra prog metal e metalcore, i 4 (eh sì, Dustie Waring non è più della partita) di Raleigh, North Carolina, molto spesso ce la mettono tutta a destabilizzare l’ascoltatore, con pastiche sonori davvero ingestibili al primo ascolto, ma il tutto condito da una perizia tecnica fuori dall’ordinario, e da una dose “generosa” (cit. Giorgione) di creatività, che impedisce loro di farsi incasellare in un genere.

Può succedere però che, semplicemente detto, la cosa ti sfugga di mano, e ti ritrovi ad inanellare una serie di canzoni “stream of consciousness”, dove quasi non si capisce dove finisca una e cominci l’altra, a maggior ragione per il fatto che il qui presente “The Blue Nowhwere”, per una volta, NON è un concept album. E allora via di brani da 11 minuti, seguiti da momenti circensi, per poi esplodere in scream di una cattiveria disumana per poi sfumare tutto in partiture jazz, e così via, in un saliscendi musicale che mi ha ricordato il miglior Devin Townsend periodo bipolare, il che è ovviamente un complimento sperticato.

“The Blue Nowhere”, insomma, paga un po' l’effetto ‘accozzaglia’, e si gioca i voti dei grandi albums. Rimane una monolitica testimonianza al genio sonoro di questi signori, e un monito a come, a volte, tenere le briglie in mano per una mezz’ora possa raddrizzare un disco.



Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 14 set 2025 alle 11:57

Absent Thereafter da sola vale tutte le ultime porcherie fatte dai Dream Theater e soci. Dai su sto album e stato ascoltato si e no 2 volte e pure in maniera superficiale. La cosa bella e che non capisco quale siano le critiche che Sbranf fa al album. 8,5 poco sotto Colors 2 e Automata e alla pari con the Great Misdirect

Inserito il 12 set 2025 alle 15:51

Non è possibile trattare un disco di questa portata come un Dream Theater qualsiasi.

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