Certe volte dietro una band della quale ignoravi letteralmente l'esistenza, saltano fuori delle - belle - sorprese.
Già... i
Dragonsclaw non sono proprio gli ultimi arrivati, visto che sono al loro terzo album, sebbene "
Moving Target" esca a distanza di dodici anni dal precedente "Judgement Day" (l'esordio "Prophecy" risale invece al 2011). Ma c'è anche di più, infatti, il frontman della band è
Giles Lavery, che in tempi recenti ha dato il suo contributo vocale - a mio parere notevole - ai Warlord (oltre che ad Alcatrazz e Jack Starr), sia in occasione di "Free Spirit Soar" sia nelle successive date live.
Non stupisce quindi trovare su "
Moving Target" al fianco di
Lavery e dei fratelli
Thomas (
Ben alla chitarra ed il bassista
Aaron) niente meno che
Mark Zonder alla batteria e
Jimmy Waldo alle tastiere.
Va subito messo in chiaro che il contributo di questi ultimi non ha influenzato la proposta musicale dei
Dragonsclaw, ed è quindi con vero piacere poter incappare nel passo spedito della scattante e grintosa opener "
The Road Beneath Your Wheels", dove vengono messe subito in evidenza le qualità del guitarwork di
Ben Thomas, e lo stesso si ripete nelle più ragionate ed eleganti "
Survival" e "
Cry Wolf" con
Lavery che domina letteralmente la scena, lasciando intendere il perché
Zonder abbia puntato proprio su di lui.
Da questo primo terzetto di brani si può già iniziare ad inquadrare la proposta dei
Dragonsclaw nel più classico Heavy & Power Metal, là dove si incontrano la scuola britannica e quella statunitense, cui si aggiunge un interessante approccio melodico. I toni si fanno poi più accessi e scanditi in occasione di "
Don't Break the Silence Again" per quanto non si faccia mancare l'apporto melodico, soprattutto a livello dei chorus, e anche un tocco più variegato garantito dalle tastiere di
Waldo. Non convince invece una "
Back on the Streets" chiaramente votata all'Hard Rock ma davvero troppo scontata, quantomeno ha il compito di aprire la strada a "
Ghost Soldiers": un bel gioiellino all'insegna del migliore US Metal che mi ha fatto venire in mente i Jag Panzer.
A questo punto i
Dragonsclaw capiscono di avere una mano vincente e si fanno valere, assieme al guest
Todd Michael Hall (Riot V ed ex Reverence), nella speedy "
Shadowfire", classico brano in grado di fare la differenza dal vivo, al pari della seguente "
(Tell Me) All Your Lies", episodio dove i Maiden di "Somewhere in Time" e i Priest di "Turbo" incappano nei Crimson Glory e nei Fifth Angel. E la conclusiva "
Raise Your Fist" non è certo da meno, con
Alan Rueda (Hellrazor) che viene a dare una mano a
Lavery e con
Joe Stump che si prende l'onere dei guitar solo. Non si tratta degli unici ospiti presenti su
"Moving Target", visto che oltre a quelli già citati, qua e la fanno capolino anche
Eddie St James (ex London e Trance),
Kenny 'Rhino' Earl (Jack Starr, Ross the Boss ed ex Manowar) e quel
Thomas Mergler (Trick of Light) che ha curato la produzione ed il missaggio dell'album.
Non che i
Dragonsclaw avessero bisogno di supporto esterno, ma sono sicuramente delle ospitate che rapprentano un valore aggiunto per un album che comunque si regge - benissimo - sulle proprie gambe.
Tanta qualità, diversi ottimi brani e pochi passi falsi, e tra questi si segnala un artwork - che mi ha fatto pensare al film "Due nel Mirino" (quello con Mel Gibson e Goldie Hawn) - piuttosto scontato e non particolarmente ben riuscito, né graficamente né come ambientazione.
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