Copertina 5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2025
Durata:37 min.
Etichetta:Theogonia Records
Distribuzione:The Metallist PR

Tracklist

  1. A PIECE OF INFINITY
  2. COLD THE NIGHT
  3. DECEPTIVE PORTALS
  4. IN THE MIDDLE OF THE DARK CHAOS
  5. INTERTEMPORAL
  6. THE REMAINS OF YOUR ANCESTORS
  7. TIME IS AN ILLUSION

Line up

  • Bahadır Uludağlar: Vocals, Guitars
  • Emir Cosovic : Bass
  • İlkay Canaydın: Drums
  • Feyzi Ocak: Guitars (lead)

Voto medio utenti

I Moribund Oblivion sono una band Black Metal turca formatasi nel 1999 per iniziativa di Bahadır Uludağlar – attualmente leader anche dei Groza – con all’attivo la pubblicazione di ben otto full-length, l’ultimo dei quali uscito nella prima metà di settembre 2025 per Theogonia Records: "Intertemporal".

Purtroppo "Intertemporal" è uno di quei dischi che, nella volontà di sperimentare e uscire dai canoni classici del Black Metal, finisce per inciampare, compiendo un vero e proprio scivolone.
Sia chiaro: i turchi non sono certo estranei a deviazioni dai dettami del True Black Metal, avendo quasi sempre optato per un impianto sì aggressivo, ma mai privo di sfumature melodiche che talvolta sconfinavano nel Death, oltre a inserire elementi più variopinti come qualche clean vocal e soluzioni innovative. Tuttavia, prendendo i primi dischi, ci si attestava su un Black che oscillava tra i Dissection e i Dark Funeral dei tempi migliori, con giusto qualche guizzo sinfonico della tradizione norvegese ad arricchire il tutto. In album come "Time to Face" (2007) – a mio avviso il loro lavoro migliore – si toccavano perfino parossismi di violenza prossimi ai Marduk; qui, invece, siamo su lidi estremamente melodici, con qualche tratto progressive e sonorità che in generale hanno più a che vedere con il Melodic Death Metal che con il Black. Si incontrano numerose soluzioni easy listening, intrecci armonici ai limiti dell’Heavy e perfino clean vocals femminili intarsiate su cornici gotiche, richiamando in diversi passaggi i Dark Tranquillity delle fasi, a mio giudizio, meno ispirate.

Tuttavia, il problema principale di "Intertemporal" non è tanto la sua leggerezza, quanto la totale assenza di mordente e pathos. Non emerge un riff, un arrangiamento o un qualunque elemento capace di catturare l’attenzione e rendersi minimamente – lungi da me la pretesa di innovare un genere nel 2025, sia chiaro – originale o, quantomeno, in grado di stimolare un riascolto.

Dispiace dirlo, ma per chi vi scrive questo è un netto passo indietro anche rispetto al già non eccelso, ma discreto, "Endless" del 2020. Per quanto mi riguarda è una bocciatura senza se e senza ma. Se questo deve rappresentare il nuovo corso del Black Metal o dell’Estremo, io preferisco restarne fuori.

Recensione a cura di James Curzi

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