"Through Veils Of Time", debut per i norvegesi
Mjolne, riporta le lancette degli orologi indietro di almeno 25 anni, quando il termine symphonic black metal aveva un suo valore artistico ed il genere non era ancora diventato, per fortuna, l'odierna buffonata.
Del resto, dietro il progetto c'è il batterista dei Mactätus, gruppo per certi versi “di culto” degli anni d’oro del genere, che, dunque, conosce bene la materia e riesce a scrivere un album certamente debitore nei confronti dei vecchi Dimmu Borgir, dei Dismal Euphony o degli stessi Mactätus, ma comunque in grado di risultare di buona fattura grazie alla sua vena fortemente epica, qui e la siamo in territori Epic doom, e ad un approccio "bombastico", esaltato da cori possenti e partiture drammatiche, in grado di conferire personalità, ed eleganza, a questo
"Through Veils Of Time" il cui ascolto, tra magniloquenza, ferocia, tastiere evocative (le vere protagoniste) e spirito nordico, scorre via piacevole, regalandoci quasi un'ora di atmosfere malinconiche nelle quali immergersi e sentirsi antichi cavalieri senza macchia.
Mjolne non punta sull'originalità, ma tutti i vecchi nostalgici brontoloni, dall'animo fiero ed avulso da qualsivoglia forma di modernità, troveranno il loro "posto" tra le spira di questo disco e, per un po', dimenticheranno che tutto, o quasi, è ormai andato a farsi benedire.
Ciò che eravamo...
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