L’aquila è tornata.
Si è rifatta le piume, ha affilato gli artigli ed ora, è pronta a spiccare nuovamente il volo, più agguerrita che mai!
E pensare che stavolta, in pochi (io no di certo) avrebbero scommesso sul ritorno a grandi livelli del rapace teutonico, considerando che, negli scorsi mesi,
Ralph Scheepers,
Mat Sinner e soci, l’avevano combinata davvero grossa, stravolgendo la line-up dei
Primal Fear con un inaspettato “coup de theatre”!
Via, in un colpo solo, Michael Ehré (batteria), Alex Beyrodt e soprattutto lo storico Tom Naumann (chitarra), e dentro
André Hilgers (già drummer nei
Rage) e la “nostra” giovanissima
Thalia Bellazecca (ex-
Frozen Crown) alla seconda chitarra.
Eppure, stando a quanto dimostrato dal nuovo capitolo discografico dei tedeschi, intitolato
Domination e uscito per
Reigning Phoenix Music, questo terremoto in seno alla formazione, si è rivelato un vero e proprio toccasana per il sound della band, che ne esce sorprendentemente rinfrancato, trovando nuova linfa vitale a livello di song-writing, pur senza snaturarsi.
Intendiamoci: non che i lavori precedenti fossero brutti (basta leggere le relative recensioni), ma risentivano indubbiamente di una certa staticità compositiva e, in particolar modo, si denotava la difficoltà a mantenere costantemente elevata l’intensità, elemento chiave quest’ultimo, per lo stile dei Nostri.
Domination è un album in cui emergono le indiscusse doti tecniche dei musicisti, caratterizzato da trame melodiche avvincenti, figlie di una ritrovata genuinità compositiva ed esaltate dall’ugola ruggente del sempreverde sessantenne
Ralph Scheepers. Il disco sprigiona un’enorme dose di energia, dall’inizio alla fine, per merito del possente muro di suono che i
Primal Fear sono in grado di costruire eppure, non si tratta del classico assalto sonoro fine a se stesso, come talvolta è capitato alla band nel recente passato, stavolta l’aggressività proviene direttamente dal profondo delle viscere.
Brani come la opener
The Hunter, l’esaltante
I Am The Primal Fear, l’epica
Heroes And Gods, le taglienti
Scream e
Crossfire, o ancora, la psicotica
March Boys March, oltre a essere impregnati della solita irruenza, sembrano irradiati da un nuovo fuoco interiore generato da una ritrovata purezza di spirito e, a beneficiarne, è l’intera composizione, a partire proprio dalle stesse linee melodiche che, specialmente nei refrains, si rivelano decisamente efficaci.
Convincono perfino le due ballads: la malinconica
Eden e la conclusiva
A Tune I Won’t Forget, in cui la prova vocale di
Ralph è veramente toccante. Ottime comunque, le prestazioni anche degli altri musicisti, a partire dai due nuovi ingressi
Thalia Bellazecca (la cui bravura era emersa già nei primi due dischi coi Frozen Crown) e
André Hilgers, che sembrano suonare da sempre nella band, integrandosi perfettamente coi loro corrispettivi, ovvero
Magnus Karlsson all’altra chitarra e, appunto,
Mat Sinner al basso, per il comparto ritmico.
Insomma,
Domination è il classico album che non ti aspetti, e che ti stupisce in positivo!
Nonostante tutte le vicissitudini che i
Primal Fear hanno dovuto (anzi, meglio dire VOLUTO) affrontare nell’ultimo periodo, sono stati in grado di sfornare un disco sorprendentemente bello, colmo di passione, di furore compositivo e di una freschezza ritrovati; elementi che danno nuovo slancio al volo dell’aquila, esortandola a spingersi ancora più in alto, superando ogni limite e qualsiasi “paura primordiale”.
Stai a vedere che, alla fine,
Ralph e
Mat avevano ragione a volere questa rivoluzione?