Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2025
Durata:30 min.
Etichetta:Stormspell Records

Tracklist

  1. DOGS WILL BITE
  2. BREEDERS OF THE HATE
  3. COLD STEEL
  4. DEAD AT LAST
  5. FRUSTRATED MIND
  6. GARGANTUAN
  7. RUINATION REVELATION
  8. COVENANT OF THE REAPER

Line up

  • Shane Wacaster: vocals
  • Toby Knapp: guitars, bass, programming

Voto medio utenti

Heavy Metal che sconfina, spesso e volentieri nello Speed e nel Thrash Metal, ecco cosa ci propongono i Where Evil Follows con il loro secondo album, "Ruination Revelation", che segue a distanza di una decina di anni l'esordio "Portable Darkness".

Tutti voi sapete che spingere sull'acceleratore ha spesso delle controindicazioni, soprattutto se si incrocia un autovelox o una pattuglia della stradale, ma non credo che i Where Evil Follows ne abbiano incontrati sulla propria strada, visto che i loro brani corrono veloci e pure con il rischio di sbandare. Infatti, spesso si ha la sensazione che il guitar hero Toby Knapp (Waxen, Onward, Necrytis... e sono solo alcuni dei suoi molteplici progetti) si sia fatto prendere un po' la mano (impressione che negli ultimi tempi già aveva iniziato a rafforzarsi) e che il cantante Shane Wacaster (Necrytis e Sue's Idol) non sempre riesca a tenere ben salde le redini alla propria ugola nel corso di questi sette (la titletrack è una breve traccia strumentale) episodi lanciati sulla scia dei vari Annihilator, Judas Priest o Agent Steel.

E gli altri musicisti che fanno?

Beh... niente, anche perché non ce ne sono: tutta farina del sacco di Wacaster, che ci ha messo la voce, e di Knapp che si è preso cura del resto, per una collaborazione già testata con i già citati Necrytis, che in effetti molto hanno in comune con i Where Evil Follows.

E i risultati quali solo?

Nulla di esaltante per la verità, brani al limite dello Speed/Thrash e che paiono aver lo scopo di fungere da collettori per i fluenti ed affilati assoli di Knapp, che in effetti, su pezzi come "Cold Steel" o "Frustrated Mind", lasciano davvero il segno.

Nel complesso, "Ruination Revelation" scorre via senza suscitare particolari entusiasmi, se non forse nella conclusiva "Covenant of the Reaper", dove si va sempre di corsa ma a velocità ridotte e maggiormente in sintonia con la N.W.O.B.H.M., e credo paghi anche un'eccessiva sovraesposizione del chitarrista statunitense, ma anche la scelta, non sempre vincente, dei partners cui affidarsi.
Ed alla fine tocca riconoscere che siamo ad anni luci dalla qualità di album come "Evermoving" o "Reawaken".


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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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