Ricordate lo spassoso video degli Hammerfall di "Hearts of Fire"?
Ecco, ascoltando "
Eternal Curse" si potrebbe quasi pensare di essere all'ascolto di un album realizzato proprio dalle atlete della squadra olimpica svedese di curling (che peraltro vinsero poi la medaglia d'oro nel 2006 a Torino), invece nei
Claymorean di ragazze ce n’è una sola: la cantante
Dejana Betsa Garčević, eppoi non sono svedesi ma serbi ed arrivano da Belgrado.
Ad ogni modo quello che propongono ha parecchio in comune con gli Hammerfall e con lo Swedish ed il Teutonic Power Metal in senso lato, anche se lo esprimono in maniera più ruvida e risoluta, e lo fanno pure da un sacco di tempo, sin dagli anni '90 quando ancora si facevano chiamare
Claymore.
Ma veniamo al presente.
Lasciata scorrere l'introduttiva "
Overture 1914", ecco che è il momento della grintosa "
By This Sword We Rule" dove ci si rende conto come
Dejana Betsa Garčević ricordi molto Federica "Sister" De Boni dei White Skull, e non solo per la voce ma anche per l'energia messa in campo. Stesso concetto prima con l'altrettanto speedy "
Under the Sign of the Cross" e poi per la battagliera ed epica "
Battle Born", con quel suo incedere alla Crystal Vyper e con rimandi ai Warlock (altre band con una frontwoman in grado di fare la differenza). Tuttavia, i
Claymorean non si celano all'ombra della loro cantante e, infatti, a levare gli scudi alle Termopoli, ecco che su "
300" incalzati dal drumming di
Marko Novaković e dal basso di
Goran Garčević, troviamo anche le chitarre di
Vladimir Vlad Garčević e
Vladimir Vlajko Novaković a far strage di siriani. Una bella prova d'assieme, che i
Claymorean replicano sulla più ariosa e cangiante "
Wind Before the Storm", nelle rincorse di "
Eternal Curse" e nelle trame epicheggianti di "
Bannockburn", prima di chiudere l'album con una cover di "
The Oath", ma non quella sulfurea dei Mercyful Fate e tantomeno l'assalto dei Manowar, bensì il brano che i KISS avevano incluso su "Music from the Elder", qui in una versione più heavy dell'originale, anche se il testo (scritto a suo tempo da Paul Stanley, Tony Powers e Bob Ezrin) era già bello epico e battagliero di suo ("
Like a blade of a sword I am forged in flame. Fiery hot. Tempered steel fire-bright to the night I take. I fear not…").
E non c'è alcun dubbio che anche i
Claymorean siano stati forgiati nel fuoco sacro dell'Heavy Metal, e ora con il sesto album in carriera, si ripresentano al meglio delle loro possibilità. Credo - e mi aspetto - che in futuro possano superarsi.
Hearts on Fire, Hearts on Fire, Curling, Curling with Desire!
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