Gli
Infection Code sembrano davvero averci preso gusto ed a partire da quel "
Dissenso" uscito nel 2018 hanno pubblicato un nuovo album quasi ogni anno: a fronte del precedente "
Sulphur" lanciato sul mercato dalla Time to Kill nel 2023 siamo già di fronte al nuovo "
Culto", stavolta licenziato dalla
Nadir Music.
Se il disco precedente era il primo scritto con il nuovo chitarrista
Chris Perosino, entrato nella band nel 2021, possiamo giò affermare che questo sia l'ultimo, dato che - notizia di pochi giorni fa - la band ha annunciato l'uscita dello stesso Chris dalla lineup e l'ingaggio di un turnista per le prossime date estive.
In attesa di verificare se questo avrà delle influenze sul processo di songwriting futuro, gli Infection Code nel nuovo "Culto" proseguono indefessi e, lasciatemelo dire, con un certo menefreghismo positivo, ovvero totalmente al di sopra del raziocinare sul possibile feedback del pubblico e principalmente scrivendo musica per se' stessi, convinti del proprio cammino. La band di Alessandria si è lasciata alle spalle alcune sperimentazioni del passato, a volte miscelate, a volte più radicali, e proprio da quel "Dissenso" citato in apertura di recensione sembra aver incanalato le proprie energie ed ispirazioni, mettendo da parte le influenze noise e l'uso della lingua italiana, utilizzato nell'audace "
La dittatura del rumore" del 2014.
Nonostante i tanti cambi di lineup che lasciano come anima principale quelle di
Gabriele Oltracqua dietro il microfono e
Riky Porzio alla batteria, da sempre nella band, gli Infection Code con il loro thrash venato di death, industrial e qualcosa a metà tra un doom sulfureo e mistico proseguono il proprio cammino, un disco ottimamente prodotto e con suoni assolutamente brillanti e potenti, senza cali di intensità, con la partecipazione di
Trevor dei
Sadist nel brano di apertura e la bella copertina ad opera di STRX studio per un album solido e variegato, dalla furia omicida di "
Cursed Breed" all'eclettismo di "
The Final Act", fino alla conclusiva e dissonante "
Worship Remains Underground" che ossessivamente ci conduce all'attesa di un prossimo capitolo...nella linea della tradizione e dell'estremismo sonoro.
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