"The Eviliver that men do...".
Beh, non era proprio così, eppure nell’evoluzione di questa formazione proveniente da Carrara gli Iron Maiden hanno indubbiamente avuto un ruolo importante. Non per questo gli Eviliver sono in toto Maiden dipendenti, ci sono altre influenze e spesso sono ben evidenti, probabilmente anche perché dal vivo la band si esibisce su brani di Iron Maiden (e rieccoli...), Metallica, Black Sabbath, Manowar, Judas Priest. E sono proprio questi ultimi a venire in mente all'ascolto dell'opener "Born to Fight", anche se nelle melodie del pezzo affiorano tracce di Power Metal teutonico (direi i vecchi Stormwitch e Running Wild).
Cinque i brani proposti in questo loro primo demo, tutti piuttosto lunghi ("In the Rage of the Battle" sfiora addirittura i 10 minuti) ed articolati, dove gli Eviliver macinano con disinvoltura riffs incandescenti, ritmiche potenti e lasciano il segno sopratutto sul piano vocale, sia nei chorus sia nella prestazione solista di Jonathan Lisci, cantante deciso e sanguigno.
Se "In My Head" e "Mr.33" sono i brani più immediati e diretti, dove comunque trovano spazio soluzioni mai banali, la già citata "In the Rage of the Battle", parte da lontano con un inizio arpeggiato stile Maiden più recenti, poi tocca al drummer Paolo Nicosia dettare i cambi di ritmo, chiamando prima all'appello i due chitarristi Alessandro Gatti e Andrea Patierno, lasciando poi spazio ad un efficace Lisci, per quell’interpretazione drammatica ed epica che marchia questo pezzo, sicuramente uno dei migliori del lotto. In chiusura un altro brano ben riuscito, peraltro anche quello maggiormente in debito con i Maiden, nel guitarwork e nel suo serrato sviluppo galoppante.
Alla loro prima uscita gli Eviliver mettono subito in mostra un buon passo e soprattutto grandi capacità. Da tenere d'occhio!

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