Il nome tsunami evoca purtroppo gravi tragedie recenti, ma in senso lato genera immagini di forza travolgente, sensazioni di potenza inarrestabile e selvaggia. Il quartetto romano che si è scelto tale monicker, mantiene in un certo senso le sue promesse.
Quello prodotto dagli Tsunami è un heavy rock impetuoso e ruvido, un materiale grezzo ancora da plasmare ma che già mostra caratteristiche in grado di evolversi in maniera stimolante.
Tutti brani cantati in italiano con liriche bizzarre e disturbanti, schemi semplici e lineari ma buona energia dura e distorta, un'esecuzione dall'attitudine punkeggiante come si può notare nell'iniziale "Restare a galla", traccia potente che sfrutta bene il trascinante ritornello anthemico.
Emergono richiami a soluzioni ai confini dello stoner più muscolare nelle ritmiche spesse e circolari del tambureggiante mid-tempo "Vuoto" e soprattutto nell'estesa "Girotondo di p.", dove il gruppo dimostra di saper esprimere un torrido e massiccio groove scuotichioma, dando anche spazio ad un chitarrismo acido ed aggressivo.
Nel finale, dopo un'eccessiva e fastidiosa pausa di silenzio, si chiude con un curioso esperimento dai connotati lisergici, che potrebbe forse anticipare nuovi scenari imprevedibili.
Naturalmente questo è un materiale da lavorare e migliorare, partendo comunque dalla base di una positiva irruenza. Alcuni spunti validi sono senz'altro presenti e gli appassionati delle contaminazioni heavy rock/stoner possono fin da ora tastare la consistenza degli Tsunami.

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