Con ben poca fantasia nel titolo, ecco giungere la 5° fatica degli svedesi
Lucifer, chiamata semplicemente "
Lucifer V".
Il disco è musicalmente pieno di clichè e deja-vu ma ciononostante la proposta occult-rock dei Nostri risulta convincente con un suono volutamente vintage e alcuni buoni riff che fanno presa come l'iniziale "
Fallen Angel" ( che a me ha ricordato "
Jailbait" dei Motorhead ).
Le atmosfere sono cupe e tetre ma anche piacevolmente frizzanti, melodiche e a loro modo ariose, i riff sono di chiara scuola Doom con parecchi sprazzi di hard-rock, il tutto impreziosito da effetti sonori classici tipo rintocchi di campane, echi e un tappeto di keyboards mai invadenti. Le asce sanno il fatto loro e masticano melodie e riff a cascata a guidare le vocals limpide ( e mai cattive ) della sacerdotessa Johanna Platow Andersson.
Il punto di forza dei Lucifer è la capacità di creare grandi melodie nelle quali le chitarre graffiano, i solos si intrecciano perfettamente e il tutto a rendere un'aurea tenebrosa e malinconica come nello splendido blues
"Slow Dance In A Crypt", altrove è lo spirito più heavy alla Motely Crue epoca "
Shout At The Devil" ad emergere - si senta il riff portante di "
A Coffin Has No Silver Linin" - .
Il disco non ha highlights ma neanche riempitivi e l'ascolto scorre fluido, anche se il vero interrogativo è capire dove la musica dei Lucifer voglia andare a parare, perennemente in bilico fra riff duri - ma non troppo -, atmosfere lugubri . ma non troppo - e cascate di melodia, in un mix che fa sembrare la loro musica cattiva e maligna ... - ma non troppo -.
Se vi piace questo "equilibrio musicale", peraltro molto ben scritto ed interpretato dalla band svedese, questo "
Lucifer V" merita il vostro attento ascolto, se invece amate il Doom o l'Occult Rock più crudi e sinistri, vi potrà deludere.
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