Abduction - Toutes blessent, la dernière tue

Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2023
Durata:57 min.
Etichetta: Frozen Records

Tracklist

  1. TOUTES BLESSENT, LA DERNIÈRE TUE
  2. DISPARUS DE LEUR VIVANT
  3. DANS LA GALERIE DES GLACES
  4. LES HEURES IMPATIENTES
  5. PAR LES SENTIERS OUBLIÉS
  6. CARNETS SUR RÉCIFS
  7. CENT ANS COMPTÉS
  8. CONTRE LES FERS DU CIEL
  9. ALLAN (MYLÈNE FARMER COVER)

Line up

  • Guillaume Fleury: guitars
  • François Blanc: vocals
  • Mathieu Taverne: bass
  • Morgan Velly: drums

Voto medio utenti

I francesi Abduction continuano a migliorare nel loro cammino artistico e, uscita dopo uscita, affinano e ridefiniscono la loro proposta, dimostrando, tra le altre cose, una non scontata capacità di saper correggere i propri difetti.
Il nuovo "Toutes blessent, la dernière tue" è un lavoro più asciutto rispetto ai suoi predecessori, più centrato e, con ogni probabilità, più fruibile rispetto al passato: messe da parte le velleità "progressive", il quartetto si cimenta in un Black Metal dal taglio epico, con atmosfere dal sapore medioevale, inglobando elementi provenienti dal mondo Shoegaze e Post-Rock, senza rinunciare, fortunatamente, ad una buona dose di aggressività sia nell'uso "gelido" degli strumenti, sia nei vocalizzi rabbiosi a cui, in un bel gioco di contrasto, fanno da contraltare onnipresenti cori evocativi di matrice intensamente "francese" (non solo per l'uso, esclusivo, della lingua madre).
Al di là del variegato spettro espressivo, la caratteristica fondamentale di "Toutes blessent, la dernière tue" è proprio la sua natura trionfale ed antica, nonchè la sua capacità di portaci indietro nel tempo verso epoche nelle quali, nonostante povertà e miseria fossero all'ordine del giorno, i valori avevano un significato e gli essere umani agivano, anche, in ragione di ideali per i quali si era disposti anche a morire, cose, queste, che oggi appaiono quasi come postulati di fantascienza.
La scena francese continua, quindi, a manifestare la sua originalità e la sua qualità anche grazie a gruppi come gli Abduction che, pur non stravolgendo il metal estremo, riescono a convincere con una musica a tratti maestosa, a tratti violenta, elegante e finemente articolata, una musica che, certamente, farà breccia nei cuori di chi si ciba di suoni carichi di pathos epico e forte propensione melodica, un'intreccio, quest'ultimo, che riesce a dipingere davanti ai nostri occhi paesaggi sconfinati e brumosi nei quali, tra lo stridore delle armi, viaggiamo con la mente e con l'anima.
Un disco da ascoltare e riascoltare per assaporarne l'aspro gusto e l'incontenibile fierezza, chiudendo un occhio su una produzione che avrebbe potuto essere decisamente migliore...
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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