Copertina 8

Info

Past
Genere:Black Metal
Anno di uscita:1993
Durata:39 min.
Etichetta: Spinefarm Records
Distribuzione: Spinefarm Records

Tracklist

  1. INTRO (TIREHEB)
  2. SALOMON'S GATE
  3. NOCTURNAL EVIL
  4. SADOMATIC RITES
  5. BLACK ARTS
  6. THE GATE OF NANNA
  7. NUCLEAR GIRL
  8. UNHOLY PAGAN FIRE
  9. DOWN THERE...
  10. SUMMERLANDS
  11. WEREWOLF, SEMEN AND BLOOD
  12. THOU ANGEL OF THE GODS
  13. LORD OF SHADOWS AND GOLDENWOOD

Line up

  • Black Jesus: Bass
  • Nuclear Holocausto Vengeance: Guitars, Vocals, Songwriting, Lyrics
  • Necroperversor: Drums

Voto medio utenti

Siamo nel 1993, uno degli anni più significativi per il black insieme al 94. È l’anno dei capolavori provenienti dalla Norvegia – nazione che dettava davvero il passo a tutto il movimento – come “Under a Funeral Moon”, “Det Som Engang Var”, “Pure Holocaust”, “Dark Medieval Times”, a cui si ribatteva in Svezia con “Those of the Unlight”, “The Somberlain”; in Grecia con “The Mighty Contract”, giusto per citare i più importanti…
Ovviamente la Finlandia non stava certo a guardare, partorendo dischi come “Ugra Karma” o l’ibrido “Never Again”; e tra le varie realtà emergenti, un’altra band, dalla sorte meno felice, i Beherit, diedero il suo colpo tosto con “Drawing Dawn the Moon”, uscito tramite la Spinefarm Records.

I Beherit sono un progetto formatosi nel 1989 a Rovaniemi, e diventarono popolari nell’undeground finlandese con tre demo (“Seventh Blasphemy”, “Morbid Rehearsal”“Demonomancy”) e con un EP (“Dawn of Satan's Millennium”), tutti editi nel medesimo anno, il 1990.
La line-up dei Beherit era composta da: Nuclear Holocausto Vengeance (Voce, Chitarra, Programmazione), Black Jesus (Basso) e Necroperversor (Batteria).

Il debut dei finlandesi è un black ancora un po’ primordiale che porta con sé molti echi thrash/death - oltre che dei primi Venom e Bathory - che tuttavia coesistono con una dimensione leggermente sperimentale e dai contorni ambient, in procinto di prendere il sopravvento nel futuro prossimo, come per esempio si avverte in “Summerlands” con i suoi synth e i suoi fiati davvero coinvolgenti. Questo rese il prodotto più interessante ed identitario, anche se la cosa al tempo fece un po’ storcere la bocca ai fan della prima guardia, unito al fatto che si assistette a un forte rallentamento del sound generale rispetto ai lavori precedenti.
Molto suggestive sono anche le linee vocali di Vengeance, che si alterna tra growl, mezzi scream e molti sussurri che donano al platter un tocco inquietante ed evocativo…Si provi ad ascoltare “Nocturnal Evil” o “Werewolf, Semen and Blood”.

Se il connubio tra il lato dark ambient e l’irruenza di riff e ritmiche di stampo thrash/black, unite alle andature dai tratti sabbathiane, gli donano un’aura mistica molto intrigante, bisogna segnalare che qua e là ci sono alcuni cali di tensione e che il songwriting risulta ancora da perfezionare. Questo sia per quanto riguarda il fronte dell’autenticità di alcuni riff, risultando leggermente derivativi, che per taluni momenti dove le varie anime dell’album risultano frammentarie, rivelando il suo essere un prodotto che necessita ancora di qualche rifinitura stilistica.
Niente di grave però, dobbiamo ricordarci sempre che eravamo soltanto nel 1993, e i Beherit sono stati tra i pionieri della fiamma nera finlandese, qualcosa bisognerà pur perdonarglielo.

Un disco che consiglio di recuperare a tutti gli amanti del genere, che pur con qualche imperfezione, vive di una magia arcana che è riuscita a travalicare indenne i valichi del tempo.

Recensione a cura di DiX88

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