Copertina 8

Info

Anno di uscita:2023
Durata:46 min.
Etichetta:Time To Kill Records

Tracklist

  1. LIFE RESOUNDS
  2. ALONE
  3. BLACK DAYS
  4. OBLIVION
  5. ZERO
  6. BEAUTY HAS GONE
  7. RELEASE ME
  8. CLOSER
  9. REVERSUM

Line up

  • Tatiana Lassandro: vocals, guitars
  • Tania Marano: keyboards, synths, vocals
  • Laura Colarieti: drums
  • Luciana “Lux”: bass

Voto medio utenti

Prima di premere il tasto play, un piccolo rammarico, dovuto all’abbandono da parte de La Menade dell’idioma italico.
Fin dal primo ascolto di “Reversum”, delusione pressoché (continua la mia “fissazione” per la madrelingua associata alle varie declinazioni del rock …) annientata e l’impressione netta che il gruppo capitolino, anche grazie a tale scelta, abbia probabilmente trovato la sua dimensione ideale, accentuando le sue possibilità di affermazione a livello “internazionale”.
A contribuire alla suddetta sensazione, si aggiunge pure un cambiamento nel linguaggio espressivo, diventato più torbido e avvolgente, pur continuando ad affidarsi alla peculiare miscellanea di metal, dark, ed elettronica che dal 2000 contraddistingue la band.

Chi pensa che la tanto chiacchierata ondata alternative/gothic abbia ormai esaurito tutte le sue velleità artistiche farebbe bene ad affidarsi a “Reversum” per comprendere come, partendo in sostanza da quelle prerogative stilistiche, si possa sviluppare un suono potente, liberatorio e seducente (lungo un tracciato che, per fornire qualche indicazione di massima, va da The Smashing Pumpkins a Evanescence, passando per A Perfect Circle e lambendo certe atmosfere di derivazione trip-hop …), frutto di un profondo travaglio interiore e dell’osservazione disillusa, angosciata e rabbiosa di un mondo allo sfascio.

Un disco da luci soffuse, insomma, capace però di esplodere in grumi di catartica e bruciante energia emotiva, condotto ad arte dalla voce sensuale e dalle chitarre frementi di Tatiana Lassandro, mentre la sezione ritmica pulsa senza sosta e i synth di Tania Marano (a cui indirizzo nuovamente, come già accaduto nel precedente “DisumanaMente”, un plauso speciale per lo spiccato gusto musicale) completano in maniera davvero preziosa questo scenario fatto di avvincenti chiaroscuri.

Il varco per accedere all’universo inquieto e criptico evocato dall’albo si chiama “Life resounds” e una volta entrati in sintonia con tali suggestioni sarà praticamente impossibile sfuggire al fascino diafano di “Alone”, alle cupe palpitazioni soniche di “Black days” o ancora alla morbosa “Oblivion”, che striscia nei sensi in maniera tanto subdola quanto radicata.
Il clima surreale e incalzante di “Zero” accentua ulteriormente il coefficiente “cinematografico” di una raccolta che con “Beauty has gone” esplode in una forma di sinistra e provocante irruenza “tecnologica”, per poi arricchirsi di decadente e tragica voluttà in “Release me” e sondare le oscure profondità dell’animo umano in “Closer”, la vera “perla nera” dell’opera, impreziosita da una prestazione vocale da brividi.

Il fiotto di introspezione elettronica che alimenta la title-track di “Reversum” suggella il suo clima visionario e funesto, confermando La Menade tra le realtà più interessanti del settore, in grado di superare lo stallo creativo che già da un po’ lo contraddistingue con la forza della sensibilità, dell’ispirazione e dell’intelligenza.

Recensione a cura di Marco Aimasso

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