Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2023
Durata:54 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. ESTO ES BRUJERIA
  2. EL PATRóN DEL REVENTóN
  3. ESTADO PROFUNDO
  4. BRUJA ENCABRONADA
  5. G-A-K
  6. TU VIDA LOCA
  7. MEXORCISTA
  8. BESTIA DE LA MUERTE
  9. POLíTICAMENTE CORRECTOS
  10. MOCHADO
  11. PERDIDO EN EL ESPACIO
  12. ODIO QUE AMO
  13. TESTAMENTO 3.0
  14. COVID-666
  15. LORD NAZI RUSO
  16. COCAíNA

Line up

  • Fantasma: vocals
  • Hongo: bass
  • Pinche Peach: vocals
  • Juan Brujo: vocals (lead)
  • Sangrón: vocals
  • El Criminal: guitars
  • Hongo Jr.: drums
  • El Cynico: bass
  • La Encabronada: vocals (female)

Voto medio utenti

Questa è una di quelle recensioni che ha un vero senso fare: seppur parliamo di un nome comunque noto nei propri lidi di appartenenza, i Brujeria non sono esattamente un gruppo conosciuto pure da cani e porci, non è un brand che se osi muovere la minima critica vieni subito aggredito da orde di fanatici, un’inutile rifacimento per riavere un minimo di gloria, l’ennesimo mattone deludente e indigesto, un focolaio di gossip spacciato per news o la ristampa della ristampa (magari in versione triplo vinile da 300 grammi con le colorazioni più assurde immaginabili da mente umana) che, complice la moda del vinile, ha portato ad una speculazione sempre più sfacciata e vergognosa.

Brujeria appunto, gruppo seminale per il Deathgrind latino-americano (“Matando Gueros”, “Raza Odiada” e il più Death/Groove oriented “Brujerismo” usciti tra il ’93 e il 2000 non si possono mettere in discussione), quanto incostante nel corso degli anni, con tanti stop ‘n go della loro attività non solo discografica, ma pure concertistica, un certo via vai di musicisti e cantanti, con un bel numero di raccolte nei primi anni 2000 e poi un numero ancora più alto di singoli.

In tutto questo groviglio, nel 2016 arrivò il discreto e troppo educato “Pocho Aztlan” e ora, a distanza di sette anni (oh, come i Metallica, che coincidenza!) ecco “Estos Es Brujeria”.
Nel 2023 cos’è esattamente la Brujeria? Beh, su due piedi rispondo con un “una gran bella merda!”, come direbbero i nostri cugini d’oltralpe: invettive contro una politica sempre più corrotta e divisiva, le truculenti guerre della droga, pedofilia, odio, razzismo ed altro schifo vario ed eventuale sono cose tragicamente comuni in moltissime nazioni, ma in Messico spesso sono portate all’estremo, con un rapporto di reciproca sopportazione con l’ingombrante vicino nordamericano.
Musicalmente invece si ha un dietrofront nei confronti del Groove/Thrash Metal che imperava nel precedente, con un parziale ritorno al Grindcore degli esordi.
Ma visto che non sono più gli anni ’90 e alle spalle c’è un po’ di esperienza, in questi cinquantaquattro minuti abbiamo un sunto di quanto fatto nel corso degli anni: questa è una bella notizia perché, nonostante la durata elevata per gli standard del genere, c’è una discreta varietà.

Gli ottimi singoli “Mochado” e “Bruja Encabronada” rimandano alle cose più selvagge fatte anni or sono, come le feroci “G-A-K”, “Tu Vida Loca” o “Lord Nazi Ruso” nelle quali ritroviamo quel quid Grind che si era perso…
Mentre il resto va su cose più tipicamente Death Metal (muy bien!), riesumando il Groove/Thrash (no bueno!), sprofondando nel Folklore Messicano più sfacciato (il rituale “Bestia De La Muerte” o le trombe mariachi della title track) ed infine c’è pure spazio non solo per il Punk (con le sconquassanti “Politicamente Correctos” e “Covid-666”) ma anche per una cover di Eric Clapton (la non esaltante “Cocaina”).

Un ottimo ritorno e in parte inaspettato, un album e una band di cui abbiamo bisogno per scuotere certe coscienze e che sbatte in faccia senza troppi giri di parole la realtà del loro paese d'appartenenza, ma la domanda sorge spontanea: Cabrones, donde está “Viva Presidente Trump!”???



Recensione a cura di Seba Dall

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