Cremation - Where the Blood Flows Down the Mountains

Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2022
Durata:47 min.
Etichetta:Czar of Crickets Productions

Tracklist

  1. BURNING BENEATH THE SURFACE
  2. DIGITAL DEPENDENCY
  3. PLAGUE LORD
  4. AMONG THE BRAINDEAD
  5. BREAK THE CYCLE
  6. TIME BOMB
  7. BLOOD DRILL
  8. ...AND THE RIVERS TURN RED

Line up

  • Serge: vocals
  • Oscho: guitars
  • Marco: guitars
  • Thomas: bass
  • Ramon: drums

Voto medio utenti

"Where The Blood Flows Down The Mountains".

E il sangue scorre dalle vette alpine del Canton Vallese sotto i colpi del Death Metal feroce e rabbioso proposto dai Cremation, in attività da poco più di trent'anni e con alle spalle altri cinque album che hanno preceduto questo "Where The Blood Flows Down The Mountains", uscito sul finire del 2022 grazie al supporto della Czar of Crickets Productions.

Vista la loro anzianità di servizio non deve stupire che la formazione svizzera sia ancorata ad un old-school Death Metal d'oltreoceano, sulla scia di baluardi come Immolation, Cannibal Corpse, Suffocation o Monstrosity, anche se il lavoro delle due asce talvolta sembra rimandare alla scena scandinava, a gruppi come At the Gates o The Crown, come nel caso dell'opener "Burning Beneath the Surface". E all'appello rispondono senza alcun tentennamento le ritmiche forsennate, il growling abrasivo, le urla roche e abissali di Serge ed anche le chitarre, che danno rasoiate a destra e manca per districarsi dai vortici di un maelstrom che con prepotenza trascina nel baratro di quell'inferno dantesco ritratto nella copertina dell'album, tutti e otto i brani che ne fanno parte. Sempre all'insegna della brutalità allo stato puro, dove le poche stille melodiche sono solo il preambolo di un ennesimo assalto sonoro, ad esempio sull'incipit slayeriano di "Break the Cycle", episodio dove i Cremation danno davvero il meglio di sé, con una nota di merito per il bassista Thomas. Nessuna esitazione nemmeno nella seguente "Time Bomb", letterale esplosione di violenza con il cantante e Ramon alla batteria che fanno gara a chi riesce a far più male all'ascoltatore, e neppure nella conclusiva traccia strumentale, l'oscura e doomeggiante "...And the Rivers Turn Red", dove per una volta le velocità d'esecuzione vengono ridotte a favore di suoni più morbosi e angoscianti, sette minuti che fluiscono come immagino possa fare lo stesso Stige e dove sono le chitarre di Oscho e Marco a prendersi la scena.

Siete quindi avvisati, e se siete alla ricerca di emozioni forti e soprattutto volete che ve le sbattano in piena faccia con estrema - ma ben calibrata - violenza, beh .... "Where The Blood Flows Down The Mountains" fa indubbiamente per voi.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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