Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2022
Durata:43 min.
Etichetta:Temple of Mystery Records

Tracklist

  1. MARCH TO THE DEATH
  2. MOTORHORSE
  3. FIRE ON THE ROAD
  4. LAST CHANCE TO RIDE
  5. SOLAR WINDS
  6. RISE OF THE AI
  7. BEYOND THE WALL
  8. BEHIND THE LIES
  9. COLD THUNDER
  10. DARK CITY

Line up

  • Tony: drums
  • Ian: vocals, guitars
  • Andres Arango: bass
  • Simon: guitars

Voto medio utenti

Con il nuovo Beyond the Wall i Metalian imprimono il quarto sigillo nella loro discografia, seguitando a proporre un tipo di metal che rimane abbastanza particolare all’interno del panorama classic-revival. Non scappate e non spaventatevi se non li conoscete, non parliamo di speed-doom progressivo o NWOTHM infarcita di hip-hop ma il sound dei canadesi è capace di mischiare hard rock, classic metal e piccole dosi di punk e thrash. Funzionano? Sì, funzionano. Sono dei campioni? No, ma si ascoltano con piacere.

All’interno dei loro brani c’è sempre un sentore di fine anni ’70/inizio ’80, fischi, sporcizia, ruvidità, energia, soprattutto per il suono delle chitarre, per gli accordi e le progressioni che utilizzano. Questa è una delle caratteristiche che li differenzia da molte altre formazioni che prendono come riferimento sì band della NWOBHM ma nella loro fase più “adulta”. Queste peculiarità, questi echi di AC/DC, Motorhead, questo modo di suonare energico e cazzone a base di pentatoniche viene talvolta mischiato con melodie tipiche maideniane, addirittura con qualche immancabile coro “wooh ooh ooh”. Tutti questi elementi sono presenti ad esempio su “Motorhorse” (con relativo rombo di motorette sgummanti), oppure sulla più spedita “Fire on the Road”, e tornano spesso altri echi maideniani, ma di quelli dei primi due lavori, quelli più ruspanti, e sembra quasi di sentire Clive Burr dietro il drumkit verso la metà di “Last Chance to Ride”. Un plauso va fatto al cantante, Ian, che se la cava abbastanza bene riuscendo a fare emergere la sua personalità ed il suo modo di interpretare le linee senza imitare cantanti famosi e, pur non avendo chissà quale estensione o potenza, si dimostra versatile, graffiante quando serve e sa adattarsi ai pezzi senza risultare monotono. Ok, la voce a volte è un pochino sottile e doppiata da una seconda e terza linea ma non facciamo i sofisticati, non è lo spirito di questo gruppo, anche perché quando vuole (vedi “Solar Winds”) ci sa fare davvero. “Beyond the Wall” e “Cold Thunder” sprigionano invece una certa attitudine punk, quasi thrash primordiale e i Metalian ci dimostrano proprio che fanno quello che gli pare: sono dei cazzoni che hanno la strada nel sangue, puzzano di sudore e benzina e mi sono fatto questa immagine di loro che suonano in uno sgangherato baretto di periferia in mezzo ai tavoli, bevendo e scapocciando con i presenti e... sorpresa! Quando ho caricato questa rece ho trovato il video live di "Motorhorse" (che vi metto sotto) e ho avuto la conferma che sono proprio così come li immaginavo. La band ha sicuramente diversi difetti, non crea canzoni memorabili, a volte non si riesce a capire se non abbiano un’identità precisa o se la loro identità sia proprio quella di fregarsene, mettere i Marshall a 11 e suonare quello che gli pare. Una cosa però è certa: hanno energia, qualcosa che non compri con un plug in e non tiri fuori muovendo le manopoline del mixer. Non ci sono particolari differenze tra questo nuovo Beyond the Wall (ma quanto fa cagare la copertina?) e i precedenti lavori, l'attitudine dei ragazzi di
Montréal è rimasta la stessa degli esordi.

Vi ricordate di quel periodo sul finire degli anni ’70 ed inizio anni’80, quando molta musica dura stava trovando la sua via ed i suoni heavy ad alto volume erano un misto di hard rock e nascente NWOBHM? Con i Metalian siamo da quelle parti. Perfetti per accompagnare la guida o come sottofondo al pub. Perché non tutti i dischi devono aspirare a chissà quale valore artistico; servono anche cose semplici, normali e vere che facciano passare una quarantina di minuti piacevoli, magari con una birra in mano. Con i Metalian abbiamo esattamente questo.



Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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