Weedpecker - IV: The Stream Of Forgotten Thoughts

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2021
Durata:40 min.
Etichetta:Stickman Records

Tracklist

  1. NO HEARTBEAT COLLECTIVE
  2. FIRE FAR AWAY
  3. THE STREAM OF FORGOTTEN THOUGHTS
  4. THE TRIP TREATMENT
  5. BIG BRAIN MONSTERS
  6. ENDLESS EXTENSIONS OF GOOD VIBRATIONS
  7. UNUSUAL PERCEPTIONS
  8. SYMBIOTIC NOVA

Line up

  • Piotr Dobry: guitar, vocals
  • Dominic Stachyra: bass
  • Piotr Sadza: keyboards
  • Tomek Walczak: drums

Voto medio utenti

A distanza di alcuni anni dal loro precedente lavoro ("III", 2018) e dopo un deciso riassetto a livello di line-up, tornano alla ribalta i psycho-rockers polacchi Weedpecker.
Il nuovo album s'intitola "IV: The stream of forgotten thoughts" e vede un sensibile cambiamento anche negli aspetti stilistici. Siamo sempre nell'ambito della neo-psichedelia, ma il sound della band di Varsavia ha adottato tonalità molto più pastello, oniriche, trasognate e lunari, seppur alternate ed intrecciate a passaggi heavy molto Hawkwind-iani. In sostanza possiamo pensare all'approccio di bands come Tame Impala, Black Mountain, The Bevis Frond, Mars Red Sky, per quel retrogusto Floydiano nell'affrontare dinamiche cosmico-spaziali ed atmosfere talvolta davvero nuvolose e dalle coloriture malinconiche.
Però i polacchi sono abili nello svincolarsi da stereotipi troppo restrittivi, sfoggiando uno spettro sonico veramente variegato e brillante. Ad esempio "Big brain monsters" è un pezzone di retrò-rock acido che farebbe gola ai Dead Meadows (e non solo..). Solidità hard ed energia a manetta, con quella patina seventies che lo rende perfetto per i veterani della musica psichedelica.
Sullo stesso piano "No heartbeat collective", che però coniuga un chitarrismo molto grintoso e post-rock con vocals eteree e delicate come gocce di rugiada. Una bella atmosfera, sospesa tra dinamiche stoner e prog-psichedelia avvolgente, uno sviluppo che riporta alla lontana agli Intronaut.
La complessità delle soluzioni strumentali è sicuramente il piatto forte del lavoro, una dimostrazione di maturità da parte della band. Ogni brano sfrutta sfumature diverse di psichedelia: dai toni lunari e cosmici della morbida e sognante "Fire fire away" alle sonorità ancor più carezzevoli della magnetica ed avvolgente title-track (pezzo dolcissimo e raffinato, con forti elementi narco-prog), dai forti contrasti tra componenti trippy e concretezza acid-rock di "Endless extensions of good vibrations" (episodio che profuma di Grateful Dead sinergizzati con i Sun Dial) per arrivare alla spigolosità heavy della conclusiva "Symbiotic nova" che parte con cipiglio Mastodoniano per dilatarsi in classico space-rock settantiano da orizzonti infiniti.
Una varietà che non pare mai fine a se stessa, bensì funzionale a fornire carattere ad ogni singola traccia. Eccellenti le parti strumentali, sia quelle più pesanti che i frequenti passaggi atmosferici, mentre l'aspetto vocale eccede in alcuni frangenti nell'attitudine "celestiale" e post-hippie.

Forse non è un disco che cattura al primo ascolto, ma risulta munito di uno spessore psych che si impone gradatamente. I Weedpecker si confermano tutt'altro che sprovveduti in questo ambito, ed il loro ritorno merita di essere elogiato per qualità e fantasia. Il rock psichedelico non è soltanto California e deserti assortiti, ma patrimonio culturale ormai condiviso ad ogni latitudine. Lavoro consigliato agli amanti della psych più elegante e variegata.

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